WUWM, BRUNI: “OFFERTA DI QUALITÀ ARMA VINCENTE PER I MERCATI”

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“Il mercato tradizionale dell’ortofrutta può avere un grande ruolo se tiene alta la bandiera della qualità. Il consumatore oggi è molto variegato, esiste sì un consumatore che va alla ricerca del prezzo, ma esiste anche un consumatore che ricerca la sostenibilità, la salubrità, la qualità e le novità, indipendentemente dal prezzo pagato e il dettaglio tradizionale ha l’opportunità di distinguersi in fatto di qualità”.

Con queste parole il presidente di CSO Italy Paolo Bruni (nella foto) ha caratterizzato il suo intervento di questo pomeriggio alla Conferenza mondiale dei Mercati all’Ingrosso, promossa dal WUWM, in corso a Palacongressi di Rimini.
“Oggi circa il 45% degli acquisti di Biologico viene effettuato presso i punti vendita tradizionali – ha ricordato Bruni – e se si pensa che questi canali detengono poco più del 20% della quota di mercato dell’ortofrutta, non si può non concludere che questi rappresentino un riferimento per questi tipi di prodotto”.
“Oggi – ha aggiunto – anche l’ortofrutta spinge su una politica di marca del produttore che riesca ad esprimere qualità e riconoscibilità.
Uno dei principali problemi oggi è una mancanza di conoscenza del prodotto da parte del consumatore: il proliferare di molte varietà con caratteristiche di sapore molto diverse le une dalle altre, il giusto grado di maturazione, difficile da riconoscere e reperire, vanno ad ostacolare un acquisto consapevole che spesso finisce per non soddisfare le aspettative d’acquisto. I Mercati italiani e quindi il dettaglio tradizionale, in quest’ottica, possono avere una funzione strategica, frutto di un ruolo fondamentale nella valorizzazione della produzione di qualità”.
Bruni non ha potuto tralasciare il tema generale dei consumi di ortofrutta che, fortunatamente, nel nostro Paese quest’anno sono finalmente stabili ma dopo anni di calo. In soli cinque anni è stato perso circa 1 milione di tonnellate e particolarmente impattante è stato il calo negli ultimi due anni, 2022-2023, quando gli acquisti al dettaglio delle famiglie italiane sono scesi nel complesso di circa 900 mila tonnellate. Questo trend ha interessato sia la frutta che gli ortaggi, con l’unica differenza che i consumi di frutta, seppur in modo più lieve, erano tendenzialmente in calo già da diversi anni, quelli degli ortaggi stavano addirittura crescendo fino al 202, poi hanno subito un arretramento negli ultimi due anni. Tra le cause di questa diminuzione incidono diversi fattori. Certamente il calo dell’offerta disponibile, a causa soprattutto del cambiamento climatico, finisce per penalizzare il consumo: meno produzione, meno referenze sul punto vendita, periodo di commercializzazione più ristretto. Inoltre, le dinamiche inflattive degli ultimi due anni che hanno eroso il potere d’acquisto delle famiglie hanno certamente contribuito al contenimento della spesa.
Il 2024 potrebbe chiudersi con una auspicata inversione di tendenza, ma resta da valutare l’ultimo bimestre, ha concluso il presidente Bruni.

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