VIVERE A SPRECO ZERO 2021: SECONDULFO SI AGGIUDICA PREMIO SPECIALE PER L’ORTOFRUTTA

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La Op Secondulfo si è aggiudicata il premio speciale della campagna Vivere a Spreco Zero 2021 per la categoria ortofrutta.

Il contest, giunto alla sua nona edizione, è incentrato sulla campagna di sensibilizzazione delle buone pratiche per la riduzione degli sprechi da parte di enti pubblici, aziende e cittadini, promossa da Last Minute Market del fondatore Andrea Segrè.

Fra gli sprechi alimentari, quelli sui freschi sono i più complessi da ridurre per la velocità con cui marcescenze e altri difetti che compromettono la commestibilità dei prodotti si manifestano.

Diverse ricerche sviluppate da Agroter, società di ricerca specializzata sulla filiera degli ortofrutticoli, evidenziano che fino al 50% del gettato dopo l’avvio al mercato è dovuto a vizi occulti sul prodotto, ovvero fenomeni di degrado/marcescenza che erano già in atto nel momento della selezione ma che si manifestano in modo evidente solo in negozio o a casa del cliente. Inoltre, le analisi condotte su pesche e nettarine simulando le condizioni a casa del consumatore, evidenziano che fra 1 e 3 giorni dall’acquisto l’8-12% del prodotto acquistato in media si degrada in modo grave e che circa il 30% dello stesso dipende da difetti di qualità interni, prevalentemente a carico della polpa, non rilevabili dall’esterno.

Secondulfo, grazie all’introduzione nell’ultimo periodo di un impianto UNITEC equipaggiato con il sistema di visione “Peach Vision 3” per la classificazione della qualità esterna e interna di pesche e nettarine – ma in grado di lavorare e classificare la qualità anche di kiwi e albicocche – riesce ad individuare difetti esterni ed interni in fase di selezione, orientando i frutti che presentano difettosità (e che potrebbero avere problematiche dopo la spedizione) verso altri canali di massima valorizzazione, contribuendo così a ridurre lo spreco di questi alimenti.

Grazie a queste tecnologie fortemente innovative di UNITEC, basate sulla riflessione e sulla rifrazione di diverse bande luminose è possibile identificare i frutti che al momento della lavorazione hanno difettosità non visibili all’occhio umano, ma che possono far degradare il frutto una volta giunto al supermercato o sulla tavola del consumatore finale. Grazie a questa nuova tecnologia in grado di estrarre in modo automatico i frutti che, per esempio, presentano delle microlesioni si evita che questi finiscano nelle confezioni destinate al consumo fresco. Questi frutti, tuttavia, possono essere perfettamente idonei per l’industria della trasformazione: si evita così che questi siano buttati prima del consumo, recuperando in questo modo concreto valore lungo l’intera filiera.

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