È stata temporaneamente rimandata la presentazione in anteprima nazionale della video-inchiesta dal titolo “Bio-On Unfair Game”, che racconta ascesa e crollo della start-up che produceva plastica biodegradabile al 100% senza impatto ambientale, arrivata a valere quasi 1,5 miliardi in Borsa e, secondo l’inchiesta, distrutta da attacchi speculativi di un piccolo fondo off-shore, che diffuse un video denso di fake-news sull’azienda italiana, scatenando il panico in borsa.
Il lavoro giornalistico, come spiega Creatoridifuturo.it, che ha curato la video-inchiesta, avrebbe dovuto essere presentato ieri presso la sala Gonfalone di Palazzo Regione Lombardia (“Pirellone”), ma una diffida inviata da uno studio legale nell’interesse di Gabrile Grego, front-man del fondo off-shore Quintessential Capital Management – e cioè proprio chi diffuse il video in discussione, che causò la distruzione dell’azienda green – ha interferito nel programma della proiezione, tentando di bloccarla.
“È deludente dover prendere atto – ha dichiarato Luca Yuri Toselli, giornalista e direttore editoriale della testata giornalistica che ha prodotto l’inchiesta – di come il Consiglio Regionale della Lombardia, un’istituzione al servizio dei cittadini, inclusi i risparmiatori che hanno perso i propri denari a causa di quella speculazione, dia credito o comunque si lasci intimidire da una diffida inviata su mandato di chi è
l’architetto e artefice di quella spregiudicata operazione, uno speculatore che ancora oggi interviene per limitare pesantemente la libertà di stampa e di cronaca, tentando di bloccare la diffusione di un’inchiesta che dà voce a tutte le parti in causa e che mira a riequilibrare la pesante asimmetria informativa su una vicenda che è certamente di interesse nazionale. Non ci faremo intimidire: questa video-inchiesta verrà presto presentata al pubblico e diffusa quanto più possibile”.
Cos’era BioOn
La mission di Bio-On era accelerare la sostituzione dei tradizionali materiali plastici con un’alternativa completamente ecologica, grazie a una tecnologia che utilizzava come materie prime gli scarti derivanti dalla produzione agricola e agroindustriale. Il progetto, fondato da Marco Astorri e Guido Cicognani, ebbe talmente successo da permettere alla start-up di raggiungere una capitalizzazione di mercato superiore al miliardo di euro, facendola entrare nell’esclusivo club degli “unicorni” della Borsa Italiana e, a fine 2018, venir classificata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Golden Power Company, azienda strategica d’interesse nazionale.
Bio-On vantava una vasta rete di collaborazioni con istituzioni accademiche nazionali e internazionali, e 69 progetti di ricerca attivi, con centri d’eccellenza come le Università di Milano, Bologna, Napoli, il “Consorzio Futuro e Ricerca” di Ferrara, la University of Hawaii e la Clarkson University in USA, oltre alla Tampere University in Finlandia. Inoltre, BioOn era titolare o licenziataria esclusiva di 27 famiglie brevettuali, che includevano oltre 100 titoli di privativa, come riconosciuto dal Tribunale di Bologna al momento del default. Questi brevetti coprivano sia processi produttivi sia prodotti e applicazioni, costituivano un asset strategico di enorme valore e attestavano la capacità innovativa e il potenziale di mercato dell’azienda, la cui solidità finanziaria era garantita dalla certificazione dei bilanci effettuata da colossi della consulenza contabile come PriceWaterHouseCoopers® e successivamente Ernst&Young®. Con un tale pedigree, Bio-On consolidò la propria posizione di astro nascente nel settore dei bio-polimeri, a livello nazionale e internazionale.
Le speculazioni in borsa e i seguiti giudiziari
Le cose cambiarono drammaticamente nel 2019 a causa di un attacco speculativo progettato ed eseguito da Quintessential, piccolo fondo d’investimento USA, che, avendo – come si scoprì in seguito – posizioni speculative “short-term” sulle sue azioni, hanno innescato, tramite la diffusione in rete di un video denso di fake-news e parte di una vera e propria campagna di black PR su Bio-On, panico tra gli investitori e il successivo rapido crollo del valore in borsa. Poco tempo dopo, la Procura di Bologna avviò un’indagine basata proprio sulle accuse di Quintessential – il cui primo indirizzo operativo corrispondeva a quello di un noto museo d’arte americano – dando inizio a un processo che, paradossalmente, portò allo stato di fermo temporaneo del CEO di Bio-On Marco Astorri, accusato di presunte false comunicazioni al mercato, e al sequestro dei beni di altri membri dei management, per decine di milioni di euro, sviluppi che hanno contribuito alla sospensione delle operazioni e alla successiva bancarotta e dichiarazione di fallimento di Bio-On.
In seguito, però, una valutazione indipendente ha rivelato che – nonostante i report dei fondi shortermisti che la definivano “una scatola vuota indebitata per decine di milioni di euro” – il valore degli asset residui di Bio-On era ricompreso tra i 95 e i 140 milioni di euro, scoperta che ha suscitato ulteriori dubbi sull’adeguatezza delle decisioni legali e finanziarie che – secondo i pareri di professionisti indipendenti – hanno causato la forse troppo frettolosa “liquidazione” di Bio-On, tramite “aste al ribasso” che hanno rapidamente portato alla sua totale dissoluzione.
La difesa dei fondatori di Bio-On ha enfatizzato, con una lunga carrellata di testimonianze, la validità della gestione dei vertici aziendali, ma soprattutto l’enorme conflitto d’interessi gravante sulle società che hanno speculato sul crollo del titolo, le stesse che hanno confezionato e veicolato il video potenzialmente diffamatorio che ha generato il panico in borsa.
Gli ultimissimi sviluppi giudiziari sono stati, se possibili, ancora più eclatanti: durante la sua audizione, l’autore del video diffamatorio Gabriel Grego, ascoltato in Aula a Bologna il 14 maggio scorso, ha ammesso di aver avuto un interesse economico diretto nella caduta del titolo Bio-On, avendo dialogato attivamente con fondi d’investimento e speculativi short-term, i quali avrebbero acquistato tra il 2 e i 3% delle azioni di Bio-On, e che gli avrebbero commissionato – tramite un apposito contratto – un report sull’azienda, report che venne confezionato da Grego con taglio negativo tale da generare il crollo del titolo. Proprio in quell’occasione, il 14 maggio, a Grego – che ha confermato di aver guadagnato svariati milioni di euro di fee da quell’operazione – è stata notificata una citazione per danni, da parte dei legali dei fondatori di BioOn, per complessivi 270 milioni di euro.
Peraltro Grego non pare essere nuovo a questo genere di operazioni: Quintessential creò una posizione speculativa “short” dell’azienda tecnologica britannica Darktrace nel 2023, e poi pubblicò – analogamente a quanto fatto con BioOn – un report nel quale si denunciavano una serie di presunte irregolarità della società in questione, generando il crollo del valore delle azioni alla borsa di Londra, finché un contro-report molto dettagliato di Ernst&Young certificò il buono stato di salute dell’azienda di
sicurezza informatica, bloccando l’emorragia di valore.
La asimmetria informativa e il documentario “BioOn: UnfairGame”
“Una narrazione “a senso unico” delle vicende BioOn, quella fino ad oggi proposta al pubblico, che ha tenuto conto solo del punto di vista degli speculatori”, secondo i giornalisti della video-inchiesta. “Ora la produzione appunto di questo nuovo documentario, realizzato da un team di giornalisti d’inchiesta, che racconta la storia delle vere ragioni del crollo – etero-indotto – dell’azienda green, dando voce a scienziati, professori universitari, giuristi, ex dipendenti e risparmiatori traditi.
La vicenda raccontata nella video-inchiesta evidenzia anche le vulnerabilità delle startup innovative italiane nel navigare mercati finanziari complessi e spesso imprevedibili, e sottolinea anche le carenze della supervisione da parte delle autorità finanziarie nazionali, Consob in testa, il cui ruolo dovrebbe essere quello di monitorare le fluttuazioni di mercato e intervenire in difesa del mercato stesso; invece, nonostante segnali di trading irregolare e il crollo repentino delle azioni, le iniziative intraprese da Consob – secondo quanto dichiarato dagli intervistati – si sono rivelate assenti o comunque del tutto insufficienti e non tempestive, se non addirittura controproducenti, sollevando interrogativi sulla loro efficacia e sulla necessità di avviare concrete riforme legislative per proteggere gli interessi di investitori e risparmiatori, tanto che è di questi giorni la notizia che due tra i più importanti studi legali italiani stanno valutando l’avvio di azioni di tutela generalizzata (“class-action”) a tutela degli investitori danneggiati dal crollo di BioOn”.
L’appuntamento per la release dell’inchiesta – al quale era prevista la presenza di persona di Marco Astorri, co-fondatore di BioOn, alla sua prima uscita pubblica dopo il crollo dell’azienda – è, per ora, solo rimandato.
GUARDA QUI IL VIDEO dell’inchiesta