Agosto ha messo in evidenza quanto traffico di cocaina tra America Latina ed Europa si nasconda nei trasporti navali di ortofrutta tra i due continenti.
In una nave caricata a banane, in partenza dal porto colombiano di Santa Maria destinazione Anversa, il principale porto belga, enorme polo logistico per lo smistamento di ortofrutta d’Oltremare verso il continente europeo, una squadra antidroga della polizia colombiana ha sequestrato oltre una tonnellata di cocaina nei primi giorni di agosto. La droga era perfettamente imballata all’interno di scatole identiche a tutte le altre che contenevano banane. Dopo il sequestro il Servizio delle Nazioni Unite per il controllo dei container ha fatto sapere che nel corso del 2020 ben 54 tonnellate di cocaina sono state bloccate nei porti dei Paesi latino-americani d’origine, segnando un netto aumento sul 2019. Sul totale ben 32 tonnellate e mezzo erano destinate a porti europei e di queste, ben 10 a porti belgi.
L’11 agosto questa notizia è stata seguita da un’altra: il Costa Rica Drug Control Police (PCD) ha bloccato una tonnellata di cocaina in un container caricato ad ananas destinato a Rotterdam, in Olanda, il principale porto europeo. La stessa autorità di polizia ha fatto sapere che il valore della droga era intorno ai 22 milioni di dollari e che, dall’inizio dell’anno, sono state 29 le tonnellate di cocaina sequestrate.
Non è finita. Nello stesso giorno, martedì 11 agosto, la notizia di un altro sequestro di cocaina arriva dal Portogallo. A nord di Lisbona, in un container carico di banane, vengono scoperti dagli agenti dell’Unità anti-narcotici della polizia portoghese, 375 chili di cocaina: qui scattano anche gli arresti, quattro, di altrettante persone colte in flagranza di reato, proprio mentre separavano le confezioni di banane da quelle di cocaina.