VERTICAL FARMING: NEL BRESCIANO SI REALIZZA IL FUTURE FARMING DISTRICT

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Nasce a Capriolo, in provincia di Brescia, il Future Farming District, uno dei maggiori siti di vertical farming al mondo. Inizierà a produrre già dalla primavera 2022. La newco sta realizzando i propri impianti con la tecnologia di Zero Farms, società ad alto impatto tecnologico con sede a Pordenone, coinvolta in pieno nel progetto.
Obiettivo: un’aggregazione dei volumi mai realizzata prima, per recuperare almeno il 60% dell’attuale gap tra costi al produttore e prezzi a scaffale nelle forniture alla private label. Solo in un secondo momento, è prevista l’introduzione di prodotti a marchio proprio, il cui brand è attualmente allo studio.
Daniele Modesto

“Cerchiamo partner strategici – ha detto Daniele Modesto, ceo di Zero Farms – per portare sul mercato prodotti più accessibili a tutti. Il cuore del problema è proprio questo, la segmentazione di mercato. Noi puntiamo a posizionarci come un prodotto bio che, stando alle analisi di mercato, spunta quel 20-30% di valore aggiunto in più rispetto al convenzionale. Inoltre puntiamo all’autosufficienza energetica, dato che l’impianto sarà alimentato da energie rinnovabili autoprodotte in loco; inoltre, al raddoppio della shelf life e alla grande offerta di volumi. In questo modo, intendiamo recuperare il 30% dei margini che oggi restano al produttore di IV Gamma (molto vicini allo zero), offrendo alla GDO un prodotto più facile da trattare sia in magazzino che in fase logistica”.

Il Future Farming District combina, in un ecosistema integrato, rigenerazione industriale, costruzioni prefabbricate a basso impatto e produzione di energia pulita. Viene infatti realizzato dentro il Parco dell’Oglio, recuperando un sito produttivo dismesso dal gruppo tessile NK, per una superficie complessiva di oltre 200 mila mq e aree coperte per circa 25.000 mq che si affacciano direttamente sul fiume.
L’impianto produttivo è a pochi minuti dall’uscita dell’autostrada A4 di Palazzolo, una posizione strategica che consente di raggiungere tutto il Nord Italia, la Svizzera, il Sud della Germania e l’Austria con una logistica di corto raggio.
“Il progetto – afferma Modesto – prevede un investimento complessivo iniziale di oltre 60 milioni di euro per la prima fase e di ulteriori 40 milioni per la seconda fase, il cui completamento è previsto entro il 2025 e arriverà ad una produzione annuale di 1.500 tonnellate di insalate, microgreen ed erbe aromatiche su una superficie di coltivazione in vertical farm di 31.000 mq, nella prima fase. In un secondo momento, inseriremo anche la coltivazione di fragole e frutti rossi”.
Il supporto finanziario nasce dalla collaborazione industriale tra Zero Farms e Iseo Idro, espressione di una società di investimento specializzata nell’acquisizione e nella gestione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili fondata da un gruppo di imprenditori altoatesini. Nella compagine anche l’imprenditore trevigiano Gianantonio Tramet con la sua società di intermediazione specializzata in servizi alla grande distribuzione organizzata.
Il progetto di Capriolo è la prima istanza del format Future Farming District, un modello colturale di tipo modulare e quindi espandibile in base alle necessità. Per questo il gruppo di lavoro prevede di replicarlo anche in altre località italiane.
Tra le collaborazioni di eccellenza del progetto quella con l’Università di Venezia Ca’ Foscari “che servirà – ha spiegato Carlo Bagnoli, ordinario di Innovazioni Strategiche – alla creazione di competenze tecniche, ricerca e sviluppo in ambito scientifico. Sono previsti contributi importanti anche sul fronte delle attività di comunicazione, sviluppo del packaging e per lo storytelling”.
Le colture di vertical farming nel mondo rappresentano assolutamente una nicchia. A frenarne lo sviluppo i costi: 2.000 euro al metroquadro per realizzare un impianto contro i 500 euro per mq di una serra convenzionale. Per questo è importante un progetto, come quello di Capriolo, che mette in campo importanti economie di scala.
Mariangela Latella
(fonte: Freshcutnews.it)

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