VERONAMERCATO AL MINISTRO CATANIA: ECCO I TEMI DA AFFRONTARE

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Il ministro dell’Agricoltura Mario Catania, in una pausa dei suoi interventi al VinItaly, ha visitato questa mattina Veronamercato, ricevuto dal presidente Gian Paolo Sardos Albertini (nella foto a sinistra), dal direttore Paolo Merci (nella foto a destra) e dagli operatori. Dopo la visita, il ministro ha avuto un incontro con i rappresentanti e i grossisti del mercato.

All’incontro si sono aggiunti i presidenti provinciali di Coldiretti, Damiano Berzacola, di Confagricoltura, Marco Pasetto e della CIA, Flavio Furiani. I problemi degli operatori sono stati spiegati al ministro in particolare da Marco Marrapese, che è uno dei due rappresentanti dei grossisti nel consiglio di amministrazione, e da Mauro Nardi, vicepresidente dell’associazione dei grossisti presso il mercato, assente il presidente Graziano Bruno.

Il presidente Sardos Albertini ha illustrato la situazione dei mercati in Italia soffermandosi su taluni aspetti in particolare. Il sistema italiano dei mercati all’ingrosso commercializza circa 9 milioni di tonnellate di ortofrutta l’anno, distribuendo oltre il 40% della produzione ortofrutticola nazionale destinata al consumo fresco, contribuendo per il 20% all’export ortofrutticolo del Paese e intercettando oltre il 35% delle importazioni. Il volume d’affari generato dalle vendite degli operatori supera annualmente gli 8 miliardi di euro su un totale di settore intorno ai 28-29 miliardi annui. Le aziende dei grossisti che operano nei mercati italiani sono oltre 1.600 per circa 7.500 addetti, a questi si devono aggiungere tutte le altre funzioni e specializzazioni che lavorano nei mercati o che li frequentano, come i logistici e i trasportatori, e gli stessi clienti dei grossisti che da soli sono circa 15 mila. Insomma si può pensare che l’attività complessiva dei mercati coinvolga circa 60 mila persone.

"Stiamo quindi parlando di una realtà significativa dell’economia italiana – ha sottolineato Sardos Albertini -, dove Verona si colloca tra le primissime posizioni a livello nazionale. Oggi, esaurito il famoso Piano Mercati del 1986, che aveva dato il via al riassetto strutturale dei Centri agro-alimentari, è il momento di voltare pagina e di affrontare un futuro che è già cominciato sulla pressione della globalizzazione", ha aggiunto il presidente di Veronamercato.

"Vanno risolti alcuni problemi urgenti e va costituito un tavolo nazionale sui mercati per rendere il sistema Italia competitivo, all’altezza delle sfide poste dalla concorrenza internazionale ma anche dalle necessità del mercato interno che è evoluto con una crescita della grande distribuzione organizzata che oggi ha raggiunto il suo limite di espansione e con la quale tuttavia il sistema mercati italiano deve avere rapporti meglio strutturati e trovare un nuovo equilibrio. Oggi i mercati debbono offrire di più agli operatori che li frequentano. Più servizi. Non solo ai grossisti ma anche alle categorie che frequentano i mercati. In questi giorni a Verona – ha sottolineato Sardos Albertini – si celebra il vino. L’ortofrutta non è seconda al vino come voce dell’agro-alimentare italiano, sono entrambe voci della massima rilevanza. E tuttavia il vino fa segnare indicatori più positivi grazie alla sua competitività a livello internazionale. Un tema fondamentale è dunque quello di fare di più per la presenza dell’ortofrutta italiana sui mercati esteri. L’ortofrutta è un prodotto fresco che deve arrivare sulla tavola dei consumatori di tutto il mondo con tutta la sua fragranza e salubrità".

"Ciò pone la risoluzione di elementi molto più complessi di quelli che sottendono all’export vinicolo. Ma esportare per i nostri operatori oggi è vitale. Dunque ci interroghiamo su quello che possiamo fare come mercati in questa direzione. Abbiamo avviato un’alleanza tra i mercati di Verona, Padova e Treviso in tema di internazionalizzazione, non solo per fare promozione ma iniziative concrete. Stiamo approfondendo l’ipotesi di dare un supporto alla creazione di piattaforme per lo stoccaggio e la distribuzione della nostra ortofrutta su alcuni mercati esteri importanti e ciò creando alleanze con gli stessi mercati all’ingrosso di quei Paesi perché oggi, con l’infittirsi della competizione mondiale e le oscillazioni continue delle quotazioni, spedire il prodotto dall’Italia non è sufficiente a fare crescere la nostra presenza internazionale".

"Ci sono poi problemi contingenti – ha proseguito – da risolvere con urgenza. Gli operatori soffrono moltissimo il provvedimento che impone le transazioni in contanti solo fino alla soglia dei mille euro. Si trovano penalizzati in particolare per due motivi: il primo è che in molti Paesi questa regola non c’è e questo ci pone in condizioni svantaggiose, il secondo è che in massima parte l’interscambio di ortofrutta dentro i mercati avviene di primissima mattina quando gli sportelli bancari sono ancora chiusi. La misura – dovrebbe essere chiaro – è quindi estremamente penalizzante e mette a rischio l’attività già minata da tante altre soglie di criticità a partire dal costo dei carburanti che ha raggiunti livelli che pesano moltissimo sulla catena del prezzo".

Il ministro Catania ha preso nota e si è impegnato a riportare in sede competente il problema dei "mille euro".

 

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