VERONA, FRUTTA ESTIVA: PARTENZA DISCRETA. MALE LE CILIEGIE

Condividi

Per la frutta veronese la stagione comincia abbastanza positivamente, anche se il maltempo da metà maggio ha pesato sulla chiusura della campagna delle fragole e sull’avvio della raccolta delle ciliegie.Le prime sono state inizialmente favorite dal ritardo della produzione tedesca, austriaca e svizzera. Il prodotto destinato all’export non ha trovato concorrenti, mentre sul mercato interno la raccolta non ha coinciso con l’arrivo anticipato delle fragole spagnole.

“Le quotazioni hanno toccato i livelli massimi la prima settimana di maggio”, commenta Gianluca Bellini, responsabile commerciale di Apo scaligera, che commercializza 5.500 tonnellate circa di prodotto tra aprile e ottobre con 35 milioni di fatturato e il 40% di export. Poi è arrivato il maltempo e la produzione in campo aperto (pari al 15% circa del totale) ha patito gli effetti combinati di freddo e pioggia. “Anche la raccolta in tunnel risente del clima umido, che porta marcescenza e muffe”, aggiunge. “Ad ogni modo lo sfasamento della maturazione delle varietà veronesi (Eva e Garda, le prevalenti, ndr), che deriva anche da un accurato lavoro di selezione, coordinato dall’Istituto sperimentale di Forlì, ci ha consentito di evitare altre stagioni come la 2014, quando l’accavallamento della nostra raccolta con quella spagnola, aveva fatto tracollare i prezzi”, conclude. Bene anche i primi meloni.

“L’annata sembra buona”, spiega Marco Ciman presidente dell’associazione per la valorizzazione del melone precoce di Verona e socio Coldiretti, “perché il nostro concorrente, la Sicilia, ha iniziato la sua produzione in anticipo di circa un mese e quindi il melone veronese dovrebbe avere il giusto spazio commerciale”. La superficie coltivata a melone in Veneto lo scorso anno, secondo Veneto Agricoltura, è aumentata, a circa 1.500 ettari (+4,5%), con Verona al primo posto (1.030, +10%), seguita da Rovigo (310, invariati). Preoccupazioni, invece, per le ciliegie. “Le prime sono state collocate sul mercato a prezzi anche molto alti», dice Andrea Foroni, presidente provinciale frutticoltori Confagricoltura. “Poi però le piogge hanno causato danni e gli sbalzi di temperatura hanno provocato il “cracking”, cioè lo scoppio dei frutti. Nell’Est veronese, flagellato dalla grandine, si è registrata una perdita della produzione, con punte del 50%”. In pericolo anche la maturazione di pesche, albicocche e susine. “Le temperature miti hanno fatto pensare ad un anticipo di stagione, ma l’alternanza continua di caldo e freddo tra aprile e maggio ha prodotto rallentamenti e anche la comparsa di muffe, monilia e marciume”, commenta Foroni.

A maggio si chiude anche la stagione del kiwi. “L’ottima qualità del frutto coltivato in particolare nel Veronese, non è stata valorizzata dal mercato invaso dal surplus di produzione greca che, anche a causa della chiusura del mercato russo, si è riversata sull’Europa occidentale, limitando le nostre esportazioni e riducendo gli spazi sul mercato interno”, commenta Alessandro Pernigo, responsabile commerciale di Frutta C2 spa di Villafranca. (fonte: L’Arena)

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE