VERNOCCHI (APO CONERPO): “QUEST’EUROPA NON CI AMA”

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A margine della presentazione dei risultati di bilancio 2010 di Apo Conerpo, il neopresidente Davide Vernocchi, si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Non parla del nuovo ministro Romano (“aspettiamo di vedere concretamente le prime mosse”) ma è irritato con Bruxelles. Ai problemi legati alla batteriosi del kiwi si sono aggiunti i danni (“rilevantissimi”) dovuti al batterio killer.

 

Una psicosi che ha stroncato consumi, prezzi e ordini in tutta Europa, ma soprattutto in Germania, nostro principale cliente.

 

"Non siamo d’accordo con le decisioni della Commissione Ue: intanto i 210 milioni sono largamente insufficienti, poi è sbagliato il criterio. Non si possono assegnare i risarcimenti solo a pochi prodotti (lattughe, cetrioli, legumi, zucchine, peperoni). E la nostra frutta, che è stata coinvolta ingiustamente in questo disastro proprio alla vigilia della campagna estiva, non merita risarcimenti? I prezzi per pesche e albicocche di prima sono caduti del 20-30% da un anno all’altro. Come non siamo d’accordo nella scelta di assegnare i risarcimenti a chi ne fa richiesta per primo. Più giusto sarebbe assegnare quote di risarcimento nazionali”.

 

Bruxelles matrigna…”Continua un andazzo che ci vede sempre discriminati rispetto alle produzioni continentali, che godono sempre di un occhio di riguardo e di tutele geopolitiche. Pochi mesi fa si è intervenuti per la crisi del latte senza badare a spese”.

 

E c’è una riforma alle porte? “Appare ancora più importante sottolineare che la nuova Pac-Politica agricola comune dovrà avere come obiettivo fondamentale la salvaguardia del reddito delle aziende agricole attive. Per raggiungere questo obiettivo sono innanzitutto necessarie regole comuni per potersi confrontare ad armi pari su un mercato globale e un sostegno concreto a chi sceglie di presentarsi sul mercato in forma aggregata e organizzata. Ma sono indispensabili anche misure più semplici, flessibili ed efficaci per la gestione delle crisi perché al momento la fluttuazione dei prezzi è eccessiva (e l’allarme generato dal batterio killer lo dimostra) e questo penalizza le scelte e la capacità di investimento delle nostre imprese”.

 

Nel 2010 avete investito 60 milioni. Dove? “In qualità, ambiente, ricerca, nuove varietà, promozione sui mercati esteri. Esportiamo il 20% (il 40% della sola frutta) ma non basta. Siamo in pista in India, Cina e Giappone, ma nonostante tutto ogni anno torniamo in ballo con qualche emergenza. Questo è un comparto dagli equilibri delicati e mancano i paracadute per le imprese”.

 

Il 2011 vi vedrà impegnati… ”Sempre sugli stessi temi: supporto alla ricerca e sperimentazione per combattere fitopatie come la batteriosi del kiwi in stretto collegamento con il Ministero, il Cso e il Crpv, la ricerca e l’innovazione di prodotto, la valorizzazione delle produzioni dei soci, utilizzando anche la grande notorietà dei marchi del Gruppo anche per il prodotto fresco; l’internazionalizzazione delle vendite individuando nuovi mercati di sbocco per i prodotti degli associati per garantire loro una giusta remunerazione. Che è il vero problema alla base di tutto: se non c’è reddito per le imprese, non andiamo da nessuna parte”.

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

 

 

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