VENTO E GRANDINE NEL NORD ITALIA: “UN DISASTRO PER PERE, MELONI E ANGURIE”

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Il maltempo colpisce ancora, e in modo pesante, le coltivazioni di mezza Italia. Nel Centro-Nord violenti temporali e in alcuni casi trombe d’aria hanno devastato intere coltivazioni frutticole. Tra le zone più colpite quella del Mantovano e del Reggiano, dove in diverse aree sono stati colpite coltivazioni di meloni e angurie, oltre a pere e uva.

Nella zona di Viadana, in provincia di Mantova, oltre all’area reggiana e il territorio tra Sabbioneta e Casal Maggiore verso le otto di mattina di sabato scorso, 13 luglio, è scoppiato il finimondo. Fortissime raffiche di vento, accompagnata da un’autentica tempesta di chicchi di grandine e da pioggia hanno devastato le produzioni ortofrutticole della zona. “Buona parte delle nostre imprese associate sono state pesantemente colpite – afferma Giacomo Scaroni (nella foto), presidente dell’Op Bellaguarda di Viadana, che conta un centinaio di soci. A farne le spese sono state soprattutto pere, zucche, meloni e angurie. Di questi due ultimi prodotti, che rappresentano circa il 90% del totale commercializzato dall’op, è stato compromesso circa il 20% della produzione”. L’organizzazione dei produttori mantovana era alle prese con una campagna dall’andamento altalenante sia in produzione che nelle vendite. “Ora con questo nuovo fenomeno grandigeno registreremo volumi inferiori del 30% rispetto alla scorsa stagione e non supereremo le 16 mila tonnellate di prodotto. Parte delle produzioni tardive infatti è compromessa”.

“La situazione in golena è drammatica, siamo al 100% dei danni", ha raccontato alla Gazzetta di Manotva Elio Orlandelli, titolare di un’azienda agricola nonché consigliere di amministrazione della stessa cooperativa Bellaguarda. "Attorno alle 7.30 è diventato tutto buio, tanto che abbiamo dovuto accendere l’illuminazione delle macchine agricole nei campi. Poi tuoni, fulmini, saette. Il vento spezzava i rami delle piante e faceva cadere pere, staccava le foglie ai vigneti. E poi la grandine: non erano chicchi grandi, ma ne sono caduti così tanti che pareva che avesse nevicato. Così la frutta che non era caduta per il vento è rimasta segnata dalla grandine e non è più adatta a essere venduta". Amara la conclusione: "Nella mia azienda ho perso tutto. Davvero quest’anno non è andata bene". Impressionanti anche le scene nai campi di cocomeri con la frutta spaccata e segnata.

Ma a soffrire è anche la produzione principale, quella del melone. A fare un quadro della situazione è Mauro Rosa, uno dei principali produttori della zona: "Un disastro totale. Sul tardivo siamo al 100% di danni. Nonostante fossero coperti da teli, i frutti ancora piccoli sono stati schiacciati dalla forza della grandine. Tutto da buttare". I meloni più vicini alla maturazione si salveranno, ma avranno comunque dei danni che ne pregiudicheranno la qualità. "Insomma, l’unica produzione buona quest’anno – conclude Rosa – è stata quella in serra".

Situazione simile anche nel Veneziano, a sua volta colpito duramente da un’autentica tempesta. Per Coldiretti “è stato un fenomeno mai visto. Oltre 2 mila gli ettari di coltivazioni colpite duramente, con interi frutteti devastati dalla grandine".

Si sono registrati forti temporalianche nel Bresciano oltre a smottamenti e frane nelle Marche. (E.Z.)

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