VENETO, AGLIO NOVELLO DEL POLESINE: PRODUZIONE IN CRESCITA

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Dal Polesine sta arrivando l’aglio novello, che il gastrosofo Renato Maggiolo, gran “maestro” di ortaggi del posto, non esita ad avvicinare al tartufo nero. “Gli può stare sicuramente accanto, e con grande risultato, commenta: le sue sfumature aromatiche sono deliziose e danno carattere ai piatti”. E’ coltivato nel Medio Polesine (Veneto), sui campi a orto tra i fiumi Po e Adige.

E’ raccolto dalla metà di maggio sino a luglio. L’aglio novello si presenta sul mercato, legato in mazzetti a tre teste (tre bulbi) o in trecce da 20 a 40 teste, che danno l’idea di una pigna. Le tre teste e la pigna sono tenute insieme da un nastrino tricolore che rimarca l’origine italiana del prodotto. Una garanzia per i consumatori.

Il colore dell’aglio polesano novello è bianco candido appena raccolto, inizia ad avere delle striature rosso violacee dopo una settimana dalla raccolta. Il candore è quindi sinonimo di freschezza. A differenza dell’aglio bianco polesano non può fregiarsi del marchio europeo Dop, Denominazione di origine protetta. La sua qualità, comunque, è ampiamente riconosciuta, così come sono valorizzate le sue proprietà nutrizionali e officinali.

Per Renato Maggiolo (nella foto) un cultore della buona tavola, esperto di OPO Veneto, si può considerare l’aglio fresco del Polesine il migliore del mondo per il particolare aroma che si caratterizza per una minore e più elegante intensità olfattiva. E’, in altri termini, meno forte e meno piccante ed è quindi più “sociale”, il che significa che se ne può mangiare di più con grande beneficio della salute, senza creare disagio in chi è accanto e non ne ama il “profumo”.

Uno spicco di aglio in più, è convinzione popolare ma anche di esperti e di nutrizionisti, potrebbe sostituire tante pastiglie contro la ipertensione e contro il colesterolo. E’ una miniera di vitamine e rinforza il sistema immunitario. Ricerche recenti dicono che faccia molto bene al cuore, soprattutto se è mangiato crudo, tritato e al naturale. Si può usare, inoltre, la parte verde del gambo, sempre che sia freschissimo: le sue foglie danno sapore alle insalate e alle pietanze e regalano all’organismo tante vitamine.

L’aglio novello, o fresco, o primaticcio, o primaverile (ci sono diversi modi per chiamarlo) ha scarsa conservabilità, deve perciò essere consumato dentro una settimana.

“La produzione è in crescita, rileva Sergio Tronchin, settore commerciale di OPO Veneto, e lo è perché ancora più in crescita è la richiesta, tanto che sul prezzo comincia a “pesare” negativamente la concorrenza di aglio importato dall’Egitto e da altri paesi”. La produzione attuale nel Polesine si aggira attorno ai dieci mila quintali di prodotto fresco. (fonte: ortoveneto.it)

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