“La giornata dell’ortofrutta in Expo ha coinvolto i rappresentanti italiani del settore? A noi non risulta. La nostra organizzazione non vi ha partecipato per un semplice motivo: non è stata invitata”. Così Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta, una delle due Unioni Nazionali della produzione organizzata, getta un sasso nello stagno.
Un veloce sondaggio compiuto dal Corriere Ortofruttucolo ha confermato infatti che nessuna organizzazione del settore: Unioni nazionali dei produttori, associazione degli importatori esportatori, Mercati all’ingrosso con le loro diverse associazioni, sia stata invitata alla Giornata. Si potrebbe dire: Giornata dell’ortofrutta in Expo senza ortofrutta e non si sarebbe molto lontani dalla realtà. L’episodio conferma, d’altra parte, la debolezza della rappresentanza del settore per cui all’esterno regna l’ignoranza pressoché assoluta su chi fa che cosa nel mondo dell’ortofrutta nazionale. Asserire infatti che le Confederazioni, da Coldiretti ad Agrinsieme, protagoniste in Expo, coprano e rappresentino il settore è segno di mancanza di qualsiasi cognizione su come il settore è organizzato e su chi svolge un ruolo fondamentale nella creazione di quel 26% di pil agricolo rappresentato dal settore dell’ortofrutta. Ma torniamo al presidente di Italia Ortofrutta. “In effetti, nel settore, il tema della rappresentanza è molto avvertito – afferma pacatamente Velardo -. Ci stiamo muovendo per metterlo al centro della nostra azione. La crisi della rappresentanza vale un po’ per tutti ma nel nostro settore è più forte che altrove. Da parte nostra, intendo aprire un confronto, un dialogo con le altre organizzazioni, nello spirito che ha portato, ad esempio, alla formazione di Agrinsieme, tenendo ferma la nostra mission che è tutelare il reddito dei produttori”. “Contemporaneamente – afferma Gennaro Velardo – dobbiamo aprire una nuova stagione nei rapporti con la pubblica amministrazione e le sue rappresentanze nazionali e territoriali a partire dalle Regioni. Italia Ortofrutta mette questo ai primissimi posti del suo impegno per i prossimi anni. Dobbiamo dare forza alla filiera e al nostro ruolo al suo interno. Non è polemizzando sui prezzi che si arriva a migliorare la situazione di mercato dal momento che è evidente che la produzione ha bisogno di servizi e che questi hanno un costo. Quello che serve è una concertazione di filiera che tenga conto dei diversi interessi a partire dall’interesse di chi produce, perché senza prodotto non si parla più di niente”.
