UVA SENZA SEMI, GIULIANO INVESTE SULL’INNOVAZIONE: “IN ARRIVO NUOVE VARIETÀ MADE IN PUGLIA”

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La storia della Op Giuliano Puglia Fruit nasce tutta “dalla passione di un uomo per la sua terra”, come si legge nel sito aziendale, e i figli Vito, Nicola e Giovanni, l’hanno portata avanti, oggi affiancati dalla terza generazione della famiglia e dai circa 30 soci nella compagine – sviluppando con impegno anche la mission della qualità e dell’innovazione.
Sull’innovazione l’azienda di Rutigliano (Bari) – dedita soprattutto alla produzione di uva da tavola e ciliegie, ma anche albicocche, e mandarini tardivi senza semi – è una vera portabandiera e ha fatto da apripista, in Puglia e tutta Italia, alla produzione di nuove varietà selezionate all’estero per le loro potenzialità di mercato, come la seedless Pristine nell’uva da tavola, la ciliegia tardiva Staccato e i mandarini tardivi senza semi Nadorcott.
Nicola Giuliano

Di questa e altre novità in arrivo, sviluppate proprio in Puglia, il Corriere Ortofrutticolo ha parlato con Nicola Giuliano, responsabile produzione della OP Giuliano Puglia Fruit.

– Sul fronte delle nuove varietà di uve da tavola, dopo la seedless Pristine, per la quale avete avuto in esclusiva la produzione nel Bel Paese dal gruppo cileno Polar Fruit International, state pensando ad altro?
“Stiamo pensando soprattutto a nuove varietà che, se tutto va bene, saranno varietà totalmente italiane. Sono ormai una decina di anni che in Puglia sono nati centri di ricerca, ne abbiamo ora tre, due dei quali – uno pubblico-privato con il Crea e un altro tutto privato – noi con altri produttori sosteniamo anche in veste di finanziatori. Dalla loro attività sono uscite le prime varietà che abbiamo già messo nei campi sperimentali, quindi tra due-tre anni la novità assoluta saranno le uve senza semi create in Puglia. Un prodotto che, così almeno ci auguriamo, potrà veramente cambiare la vita di tutti i produttori pugliesi e anche siciliani”.
– Come sta andando la campagna dell’uva da tavola?
Molto bene per quanto riguarda le varietà nuove e le eccellenze della nostra collezione varietale, molto male per quanto riguarda le varietà tradizionali, che hanno sofferto molto la stagione calda e siccitosa, mentre le nuove varietà hanno tenuto bene anche questo tipo di clima, forse anche grazie al fatto che sono nate in ambienti molto simili a quello riscontrato da noi quest’anno. I prezzi sono in calo generale, soprattutto per le uve tradizionali, penalizzate dal caldo e quindi con acini più piccoli e meno croccanti”.
– La formula di OP vi premia a livello di competitività, è la ricetta giusta per reggere la sfida dei competitor mediterranei?
“Dico sempre che non è una ragione sociale a fare la differenza, sono sempre le persone, i manager, che fanno la differenza tra le aziende. E’ chiaro che la forma societaria di OP ti permette di accedere ai sistemi di aiuti comunitari, ti permette di gestire situazioni di crisi di mercato e altro, mentre da solo non riusciresti, non saresti aiutato. La scelta di OP è dunque mirata soprattutto a coinvolgere i numerosi agricoltori che oggi sono nostri soci e che possono con noi condividere le idee i progetti e i benefici che questa forma cooperativa può dare a tutti gli agricoltori, dal più piccolo al più grande, senza discriminare nessuno, e favorire l’ingresso nei meccanismi europei che tengono in considerazione solo aziende strutturate in queste forme di organizzazioni”.
Nell’intervista Giuliano parla anche della stagione degli agrumi e in particolare degli ottimi risultati ottenuti dai mandarini Nadorcott e della novità in arrivo. Gli altri dettagli dell’intervista completa saranno sul prossimo numero cartaceo del Corriere Ortofrutticolo.
Cristina Latessa

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