Nuvau e Italian Club Variety, due dei tre breeder pugliesi specializzati nel miglioramento varietale dell’uva da tavola made in Italy, stanno lavorando su un obiettivo che è considerato il Colorado del settore dell’uva da tavola italiano: avere un’uva di varietà ‘Italia’ che sia precoce con proprietà qualitative e quantitative invariate.
È una delle principali novità emerse nel Simposio sull’uva da tavola ospitato a Macfrut. Un’occasione per fare il punto della situazione dello stato dell’arte della ricerca in questo settore strategico per l’Italia.
Tra le ultime tecniche agronomiche presentate ci sono quella cosiddetta di ‘embryo rescue’ e un’innovativa tecnica di campo che anticipa la produzione addirittura a maggio.
“Nella prima giornata del Simposio sull’Uva da tavola – afferma Bruno Mezzetti, docente dell’Università Politecnica delle Marche, coordinatore del Simposio – sono stati approfonditi tutti i programmi di ricerca pubblici e privati dedicati all’uva da tavola sia da parte di enti italiani che internazionali”.
Presenti all’evento tutti i big breeder che hanno annunciato il lancio di nuove varietà entro il prossimo anno. Ma anche la ricerca locale non rimane indietro perché i due breeder pugliesi, Nuvaut e Italian Club Variety, hanno annunciato che ne lanceranno sul mercato una ventina, ciascuno entro il prossimo anno. La tendenza è quella di sviluppare prevalentemente uve senza semi, precoci o tardive, coltivabili nel sud del Paese che garantisce la giusta resa e qualità.
“Nel campo sperimentale presente in fiera – specifica Mezzetti -, con una combo di tecniche agronomiche si è riusciti ad anticipare la produzione di un’uva bianca e apirena addirittura a maggio. Un record assoluto. Si è lavorato, come spiegato dall’azienda tester intervenuta a testimoniare la sua esperienza, su una varietà precoce e a basso fabbisogno di freddo che è stata coltivata in fuori suolo. Dall’insieme di questi fattori si è arrivati al primo test riuscito di uva più precoce d’Italia che arriverebbe in una finestra di mercato estremamente interessante, pre-estiva. Sulle varietà tardive si sta lavorando per arrivare al raccolto tra ottobre e novembre con interessanti opportunità di mercato durante il periodo natalizio”.
Italian Variety ha presentato i suoi test sulla tecnica cosiddetta di embryo rescue basata su tecniche in vitro. “L’obiettivo è quello di fare sviluppare l’embrione in vitro prima che si verifichi la degradazione. Lo si ottiene facendo incroci programmati e una volta identificato il momento ideale per andarlo a prelevare quando è ancora vitale. Rispetto al lavoro dei grandi breeder, quello dei piccoli enti pugliesi è che hanno la capacità di andare a cercare le antiche varietà autoctone che possono creare delle filiere dall’identità territoriale ben precisa se il materiale vivaistico è disponibile”.
In fase di rivoluzione anche il mondo vivaistico dell’uva da tavola. Chi non si adeguerà a queste rivoluzioni di mercato rischia di rimanere fuori dai giochi. “In Italia – chiosa Mezzetti – le aziende che possono permettersi di investire in questa direzione sono poche. Questo lascia prevedere che solo poche aziende vivaistiche italiane avranno la possibilità di crescere e anche di parecchio rispetto a chi non saprà rispondere alle mutate richieste di mercato”.
Rivoluziona il mondo dei portainnesti la Vitroplant, che abbina le tecniche di micropropagazione sia per le piante di vite che per i portinnesti impiantati quando sono in verde e, quindi, non legnosi ( e quindi vettori di fitopatologie) come quelli usati tradizionalmente. Con questo sistema si ottengono piante indubbiamente sane. Questa tecnica è stata mutuata dal pomodoro dagli agricoltori Israeliani che già la usano in campo. Test simili sono in attivo anche in Francia.