UNIFRUTTI-ADQ, “IL PASSATO NON CI INSEGNA NULLA”

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Ci risiamo. In Italia le esperienze del passato “non fanno mai scuola”. 

È di questi giorni la notizia dell’acquisizione da parte di ADQ di uno dei principali Gruppi impegnati nella produzione, commercializzazione e valorizzazione dell’ortofrutta italiana: quel che comunemente si usa dire “un gioiello di famiglia”.

UNIFRUTTI, come ha riportato e approfondito Corriere Ortofrutticolo, passerà di mano. Con lei, anche ORANFRIZER. E fin qui nulla di sconvolgente. Quel che lascia perplessi è “la mano”.
Dopo il settore immobiliare, industriale, calcistico e commerciale, da anni presidiato da mastodontici gruppi finanziari cinesi, russi, indiani e arabi, anche il settore agroalimentare, cioè la vera risorsa del nostro Paese, a piccoli passi sta passando di mano ai “poteri forti”.
Sì perché non stiamo parlando di Gruppi affini per cultura, tradizione, tipologia produttiva.
 Stiamo parlando di “speculatori” che vogliono trarre profitto da situazioni che esprimono eccellenza, spremerle fino al punto in cui, sottratto ogni asset valoriale, le affidano al proprio sconsolato destino.
E tutto questo è già scritto. 
Basta guardarci attorno per vedere come tante situazioni a livello industriale sono state “colonizzate, sfruttate e spolpate” per poi essere scaricate sulle spalle, già appesantite e stanche, dello Stato Italiano.
Il commercio è in mano ai cinesi che, assieme a indiani e russi stanno anche assorbendo parte della nostra industria.
 Russi che stanno guadagnando su ogni biglietto staccato per visitare molte delle bellezze turistiche italiane. 
Arabi che hanno investito in lussuosi immobili nel cuore delle metropoli italiane.
Da anni siamo soliti dire che l’Italia è a pezzi! E’ triste vedere come i cocci vengano raccolti da oligarchi, principi e sultani che della bellezza del vivere non apprezzano nemmeno il profumo.
Quello che in questi giorni sta accadendo a livello europeo e mondiale dovrebbe far suonare il campanello d’allarme sul pericolo di dipendere da qualcuno che con la nostra storia, la nostra cultura, la nostra religione, la nostra tavola e il nostro savoir faire non ha nulla da spartire.
Sicuramente le iniezioni di denaro ingolosiscono e, il più delle volte, risolvono situazioni “incartate”.
Per non trovarci in condizioni di stallo, come quella attuale energetica, dobbiamo avere la capacità e il coraggio di saper accettare “la moneta” di chi conosce il valore del lavoro, senza essersi arricchito a volte sulla sofferenza degli altri o dei loro stessi popoli.
Se vogliamo salvaguardare il nostro patrimonio agroalimentare costruiamo dei ponti con le altre importanti realtà produttive europee, per affrontare le sfide economiche e diventare appetibili ai mercati.
Anche nell’ortofrutta cerchiamo di parlare un’unica lingua, ragionare e agire in modo collettivo.
 Ora che l’Europa si sente unita, uniamo anche i produttori europei.
V.I. – Brescia

 

LEGGI QUI il commento del direttore Lorenzo Frassoldati alla notizia dell’acquisizione di Unifruitti da parte di ADQ

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