UE, GIANSANTI: “SERVE UN COMMISSARIO ALL’AGRICOLTURA FORTE”

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Tempo di assemblea estiva per Confagricoltura, che si è riunita il 16 luglio a Milano, presso il Palazzo della Borsa, proprio il giorno in cui a Strasburgo Roberta Metsola è stata rieletta Presidente del Parlamento Europeo.
E proprio l’Europa e il suo ruolo nello sviluppo dell’agricoltura sono stati i temi dibattuti nell’Assemblea, da parte del Presidente Massimiliano Giansanti, del Direttore Generale Annamaria Barrile e degli ospiti che sono intervenuti, tra cui Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Federico Freni, Sottosegretario Ministero dell’Economia e delle Finanze.

“L’Europa deve cambiare passo sull’agricoltura”

“L’agricoltura chiede un cambio di passo alla politica Europea – ha affermato Annamaria Barrile – per fare fronte alle necessità degli operatori in un momento complesso. Nel 2024 abbiamo lanciato Mediterranea, una nuova associazione frutto dell’alleanza con Unione Italiana Food per unire il mondo della trasformazione industriale e il settore primario, mettendo al centro le filiere con l’obiettivo di aumentare efficienza produttiva, competitività sui mercati esteri, sostenibilità e garantire sempre elevati standard qualitativi al consumatore. Abbiamo anche lavorato sulle agroenergie, che rappresentano non solo un elemento su cui puntare in ottica di sostenibilità ambientale, ma anche una possibile fonte di reddito aggiuntivo per gli agricoltori”.
In Europa Confagricoltura è una voce autorevole ai tavoli in cui si discute il ruolo dell’agricoltura e Massimiliano Giansanti ha presentato una serie di richieste alle Istituzioni. “L’agricoltura europea – ha affermato – ha perso in termini di produttività, di ettari coltivati e posti di lavoro. Vogliamo rimanere in Europa, ma in una Europa che metta il pragmatismo al centro delle sue scelte. Serve un Commissario all’Agricoltura forte”.

Serve un cambio radicale della PAC

Confagricoltura chiede un cambio radicale della PAC: ora la sua incidenza è scesa al 30% del bilancio dell’unione, ma soprattutto è passata dallo 0,6% allo 0,334% del PIL complessivo degli Stati membri. “La politica agricola – ha sottolineato Giansanti – a oggi non differenzia chi pratica l’agricoltura in maniera professionale e chi no e questo non è accettabile per chi è un imprenditore. Se si ritiene che l’agricoltura sia strategica e centrale per gli approvvigionamenti, essa va tutelata e deve essere messa al centro l’impresa professionale, focalizzando l’attenzione sulla gestione del rischio derivante sia dal clima che dalle speculazione sui prezzi delle commodity agricole”.
Un tema caldo è il Green Deal europeo. “Noi agricoltori – ha precisato – siamo i primi interessati a politiche che garantiscano la disponibilità di risorse naturali, per noi non si tratta di un dovere, ma di un pre-requisito. Le politiche ambientali europee, però, rischiano di penalizzare troppo gli agricoltori europei, rispetto ai competitor internazionali. E’ necessario superare l’orientamento che, fino ad oggi, ha contrapposto la sostenibilità ambientale con quella economica delle produzioni. La ricerca, l’innovazione, le nuove tecnologie, il digitale sono la chiave per favorire questo percorso. Inoltre, nel mercato domestico devono essere dati gli stessi strumenti a tutti, per evitare delle disparità tra Paesi differenti, anche a livello comunitario”.
Una grande attenzione deve essere posta anche al possibile ingresso dell’Ucraina in Europa. “Non siamo contrari, ma che effetto avrebbe sull’agricoltura degli Stati membri? – si è chiesto Giansanti -. L’Ucraina è un Paese enorme, con una forte produzione agricola e se ci fosse un ingresso diretto dei prodotti agricoli e ortofrutticoli ucraini, senza nessuna misura di protezione, metterebbe in pericolo il reddito dei nostri agricoltori”.
Non poteva mancare una riflessione sulla situazione italiana. “L’agricoltura – ha precisato – contribuisce con 580 miliardi di euro alla ricchezza del Paese e dà lavoro a 4 milioni di addetti. Diamo vita alle aree verdi, abbiamo un ruolo anche sociale, soprattutto nelle zone rurali, siamo a presidio dei territori. A tutto questo deve essere dato valore”. Ha chiesto quindi il credito d’imposta, come strumento per innovare l’agricoltura, favorirne la digitalizzazione ed aumentarne la capacità produttiva.
A proposito, invece, di caporalato, Giansanti ha sottolineato come si debba lavorare per evitare che episodi simili a quello di Latina accadano nuovamente. “Nessuno di noi – ha affermato – vuole vedere la propria immagine offuscata da chi non opera entro la legge. Dobbiamo lavorare con le Istituzioni e con i Sindacati per evitare che ciò accada”.

Elena Consonni

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