UE, ENTRANO IN VIGORE GLI AIUTI ALLE OP. AUMENTO DI INDENNIZZI E PREZZI DI RITIRO

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Entrano in vigore da domani, 2 giugno, le nuove norme europee a favore della riorganizzazione delle OP ortofrutticole, approvate nell’ambito del regolamento dell’Organizzazione comune di mercato dalla Commissione europea il 13 marzo scorso.

Aumento dell’indennizzo per il ritiro dal mercato di frutta e ortaggi in caso di crisi, regole più semplici e più attrattiva per le OP: sono questi i punti cardine della riforma, attraverso i quali “l’Ue incoraggia gli agricoltori – si legge nel comunicato ufficiale – ad istituire organizzazioni di produttori per rafforzare la loro posizione sul mercato guadagnando potere contrattuale nei confronti dei retailer, nonché attraverso la pianificazione della produzione, l’innovazione e la prevenzione delle crisi, e corretti strumenti di gestione”.

Secondo gli ultimi dati disponibili, in tutto il territorio europeo ogni anno viene prodotta ortofrutta per un valore di circa 47 miliardi di euro, provenienti da circa 3,4 milioni di aziende agricole. Le OP sono 1.500 e concentrano il 50% dell’intera produzione. Da quando nell’agosto 2014 la Russia ha imposto l’embargo sulle importazioni agroalimentari comunitarie, l’UE ha aiutato i produttori di frutta e verdura con un finanziamento extra di oltre 442 milioni di euro. Per le OP la Commissione europea ha aggiunto circa di 700 milioni ogni anno. Continuando su questa direzione, le nuove norme garantiranno un ulteriore sostegno al settore in caso di squilibri del mercato. I prezzi di ritiro aumenteranno dal 30% al 40% del prezzo medio in Europa negli ultimi cinque anni per la distribuzione gratuita (ritiri di beneficenza) e dal 20% al 30% per i prelievi destinati a compost, mangimi, distillazione.

Le nuove norme sono anche concepite per rendere più attraenti le stesse OP agli occhi dei produttori non ancora membri: vengono infatti precisate e definite le attività che possono beneficiare del sostegno finanziario comunitario (ad esempio gli investimenti in tecnologia o qualità miglioramento). Inoltre, volendo comunque garantire e preservare la tradizione di vendita diretta ai mercati locali di alcuni tra i soci, è stata stabilita al 25% la percentuale massima di prodotti commercializzabili all’esterno dell’organizzazione. Tale sistema sostituirà quello precedente, che prevedeva una soglia minima a livello dell’UE lasciando discrezionalità a singoli Stati di definire le quantità massime.

“Infine – conclude la nota – sono state rese più semplici e chiare le regole che disciplinano le Organizzazioni di Produttori transnazionali e le loro associazioni, così da promuovere una maggiore commercializzazione transfrontaliera”.

Chiara Brandi

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