Ci uniamo di cuore agli auspici di larga parte del mondo agroalimentare italiano perché nella ‘nuova’ Europa disegnata da Renzi ci possa essere (finalmente) un commissario all’Agricoltura che parla italiano. Candidato unico: il nostro ex ministro Paolo de Castro, presidente uscente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo e recentemente (e trionfalmente) eletto nel Nord-est al Parlamento europeo per il Pd.
Ciò premesso, non basta l’ottimismo della volontà per raggiungere il risultato e dei desiderata del mondo agroalimentare italiano (ma sono poi tutti d’accordo?) a Bruxelles non sanno che farsene. Contano i rapporti di forza, gli equilibri, le alleanze, ‘il mercato delle vacche’ tra i 28 Paesi. Certo finora nella storia della Ue è mancato un commissario agricolo di radici mediterranee. La scelta è sempre caduta sui paesi del Centro-nord Europa o su paesi economicamente vassalli di quell’area (come nel caso del rumeno Ciolos, commissario uscente e che nessuno rimpiange).
Per fortuna l’area mediterranea – grande assente dalle politiche europee e finora colpevolmente ignorata anche dal nostro Paese – si è presa una rivincita all’Europarlamento dove la commissione Agricoltura (Comagri) ha svolto un egregio lavoro contrastando le scelte più devastanti della Commissione, riequilibrando politiche solamente finalizzate al risparmio, ai tagli, alla negazione della qualità, tipicità, origine. Così la Comagri di De Castro ha chiuso la legislatura aumentando il cofinanziamento europeo per il programma di promozione dei prodotti agricoli e stralciando l’articolo 28 che avrebbe escluso i settori ortofrutticolo e vitivinicolo dai destinatari delle risorse disponibili. Con il via libera della Comagri, il regolamento “promozione prodotti agricoli” sarà votato durante la prossima plenaria di Strasburgo.
Quanto al futuro di De Castro, va detto che se il governo italiano spinge per porre il nostro ministro degli Esteri (la signora Mogherini) sulla poltrona dell’Alto rappresentante degli affari esteri dell’Ue al posto dell’evanescente lady Ashton, non ci sarà spazio per un altro commissario italiano di peso. Sempre poi che l’operazione Mogherini vada in porto, il che non è assolutamente detto, anzi… bisogna fare i conti anche con mister Cameron che è pronto ad alzare le barricate contro Juncker alla presidenza della Commissione e che per mandare giù il rospo chiederà forti contropartite. Appunto, il mercato delle vacche di cui sopra.
Insomma i giochi sono solo agli inizi e gli esiti imprevedibili. Al momento possiamo contare su De Castro autorevole europarlamentare, membro e riferimento italiano della futura Comagri nell’Europarlamento (non può riproporsi come presidente). Poi nel valzer delle nomine qualcosa potrebbe saltare fuori da qui all’autunno, e ci sarebbe da brindare. Anche perché l’uomo giusto al posto giusto è qualcosa di rivoluzionario, anche in Europa.
Via al bando del Masaf "Frutta e verdura nelle scuole" con 14 milioni di dotazione. A scanso di equivoci sarà bene specificare Frutta e verdura "fresca" nelle scuole *
UE, DE CASTRO NEL MERCATO DELLE NOMINE
Ci uniamo di cuore agli auspici di larga parte del mondo agroalimentare italiano perché nella ‘nuova’ Europa disegnata da Renzi ci possa essere (finalmente) un commissario all’Agricoltura che parla italiano. Candidato unico: il nostro ex ministro Paolo de Castro, presidente uscente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo e recentemente (e trionfalmente) eletto nel Nord-est al Parlamento europeo per il Pd.
Ciò premesso, non basta l’ottimismo della volontà per raggiungere il risultato e dei desiderata del mondo agroalimentare italiano (ma sono poi tutti d’accordo?) a Bruxelles non sanno che farsene. Contano i rapporti di forza, gli equilibri, le alleanze, ‘il mercato delle vacche’ tra i 28 Paesi. Certo finora nella storia della Ue è mancato un commissario agricolo di radici mediterranee. La scelta è sempre caduta sui paesi del Centro-nord Europa o su paesi economicamente vassalli di quell’area (come nel caso del rumeno Ciolos, commissario uscente e che nessuno rimpiange).
Per fortuna l’area mediterranea – grande assente dalle politiche europee e finora colpevolmente ignorata anche dal nostro Paese – si è presa una rivincita all’Europarlamento dove la commissione Agricoltura (Comagri) ha svolto un egregio lavoro contrastando le scelte più devastanti della Commissione, riequilibrando politiche solamente finalizzate al risparmio, ai tagli, alla negazione della qualità, tipicità, origine. Così la Comagri di De Castro ha chiuso la legislatura aumentando il cofinanziamento europeo per il programma di promozione dei prodotti agricoli e stralciando l’articolo 28 che avrebbe escluso i settori ortofrutticolo e vitivinicolo dai destinatari delle risorse disponibili. Con il via libera della Comagri, il regolamento “promozione prodotti agricoli” sarà votato durante la prossima plenaria di Strasburgo.
Quanto al futuro di De Castro, va detto che se il governo italiano spinge per porre il nostro ministro degli Esteri (la signora Mogherini) sulla poltrona dell’Alto rappresentante degli affari esteri dell’Ue al posto dell’evanescente lady Ashton, non ci sarà spazio per un altro commissario italiano di peso. Sempre poi che l’operazione Mogherini vada in porto, il che non è assolutamente detto, anzi… bisogna fare i conti anche con mister Cameron che è pronto ad alzare le barricate contro Juncker alla presidenza della Commissione e che per mandare giù il rospo chiederà forti contropartite. Appunto, il mercato delle vacche di cui sopra.
Insomma i giochi sono solo agli inizi e gli esiti imprevedibili. Al momento possiamo contare su De Castro autorevole europarlamentare, membro e riferimento italiano della futura Comagri nell’Europarlamento (non può riproporsi come presidente). Poi nel valzer delle nomine qualcosa potrebbe saltare fuori da qui all’autunno, e ci sarebbe da brindare. Anche perché l’uomo giusto al posto giusto è qualcosa di rivoluzionario, anche in Europa.
Lorenzo Frassoldati
direttore del Corriere Ortofrutticolo
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