UE, AUMENTANO LE IMPORTAZIONI. CRESCE IL PESO DI MAROCCO ED EGITTO, SPAGNA PREOCCUPATA

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Nei primi sei mesi dell’anno le importazioni dell’Unione Europea di ortofrutta proveniente da Paesi terzi sono aumentate sensibilmente. Per gli ortaggi la crescita è stata del 23% a volume e del 11% a valore rispetto allo stesso periodo del 2015. Un totale di 1,55 milioni di tonnellate (corrispondenti a 1,602 miliardi di euro) frutto di rapporti commerciali sempre più intensi con Marocco ed Egitto, che rappresentano rispettivamente il 31 e il 15% dell’import totale di ortaggi del Vecchio Continente. I due Paesi hanno registrato un aumento delle esportazioni rispettivamente del 13 e del 10%, per un totale di 482.571 e 250.559 tonnellate spedite. Per la frutta, invece, tale incremento si è attestato al 9% in termini di volume e all’8% a valore, per un totale di 6,5 milioni di tonnellate e 6,714 miliardi di euro. Un risultato trainato dall’andamento delle importazioni di agrumi, in impennata del 21% (946.174 ton), oltre a quello di mele e pere, che hanno registrato un +15% (450.468 ton). In crescita anche gli acquisti europei di ananas (+9%), banane (+5%), meloni e cocomeri (+5%), e uva da tavola (+1%).

Secondo l’Associazione dei produttori ed esportatori di ortofrutta spagnola (Fepex), che ha elaborato i dati pubblicati da Eurostat, tale andamento ha un impatto diretto sul commercio intra-comunitario di frutta e ortaggi, zavorrato talvolta da regolamentazioni fitosanitarie più rigide rispetto a quanto richiesto per i prodotti importati. Una situazione che nel lungo periodo potrebbe destare qualche preoccupazione alla Spagna, che destina oltre il 90% del suo export ortofrutticolo a Paesi Ue.

Phil-Hogan-1Una nuova scommessa che si va ad aggiungere ad un quadro complessivo in continuo divenire.  Sono tante le sfide da affrontare – come ricordato dal Commissario europeo per l’agricoltura Phil Hogan (nella foto a fianco) in visita a Madrid – dalle conseguenze della Brexit, all’accordo commerciale con gli Stati Uniti (TTIP), fino agli effetti del veto russo. “Gli agricoltori spagnoli – asserisce Hogan – dovranno trovare ulteriori mercati alternativi. Dopo l’embargo di Mosca, per esempio, l’Europa ha diversificato i Paesi di riferimento e ora l’80% delle merci precedentemente destinate alla Russia vengono spedite in altre parti del mondo”.

Da parte sua, ha spiegato il Commissario, Bruxelles attuerà una serie di strategie per sostenere il settore. Per prima cosa verrà rafforzata la presenza internazionale grazie all’aumento del budget per la promozione: è previsto il finanziamento di 133 milioni di euro in 32 mercati nel 2017, il 20% in più di quanto stanziato per l’anno in corso. Ma non solo. Hogan si è impegnato di persona a proporre “cambiamenti” alla PAC dopo un anno di attuazione, con l’obiettivo di semplificare e trovare “nuove opportunità per i giovani”.

In merito alle preoccupazioni più volte espresse dagli agricoltori iberici circa i negoziati tra Ue e Stati Uniti, infine, ha rassicurato: “Non vedo un accordo entro la fine dell’anno, né nel 2017. Continueremo le trattative fino a che non si otterrà un testo in grado di garantire la protezione delle denominazioni e delle indicazioni geografiche europee, una delle pecche di negoziazione e una delle principali esigenze del settore, dal momento che non è ancora noto come questi saranno inclusi nell’accordo”.

Chiara Brandi

 

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