Le esportazioni ortofrutticole turche verso la Russia sono cresciute esponenzialmente negli ultimi anni, tanto da catapultare i produttori turchi – limitatamente ad alcuni prodotti – in vetta alla lista dei fornitori del più importante Paese dell’ex unione sovietica. Per quanto riguarda gli ortaggi, il volume totale delle importazioni russe dalla Turchia è passato dalle 115.668 tonnellate del 2004 alle 492.226 del 2012.
La Turchia è così il principale Paese fornitore di ortaggi della Russia (leggi news). In particolare, le importazioni di pomodori turchi sono passate da 68.325 a 360.648 tonnellate, quelle di cetrioli da 9.157 a 54.732 tonnellate, l’import di peperoni è aumentato da 1.349 a 9.900 tonnellate mentre quello di melanzane è passato dalle 311 tonnellate del 2004 alle 2.956 del 2012.
Dati eloquenti che fanno della Turchia un agguerrito concorrente della Spagna, da tempo incontrastata fornitrice di ortofrutta del mercato russo. Negli ultimi anni, le esportazioni del Paese iberico verso la Russia hanno registrato una notevole crescita, ma in misura minore rispetto a quella messa a segno dalla Turchia. Nel 2012 le spedizioni spagnole sono state pari a 255.255 tonnellate; volumi che hanno fatto della Russia la principale destinazione extra-Ue per il settore ortofrutticolo spagnolo. Tuttavia, secondo i dati rilasciati dall’Ufficio Statistico dell’Unione Europea (Eurostat), nel 2013, fino al mese di novembre, il trend ha subito un’inversione di tendenza, con esportazioni in calo del 9% circa rispetto al 2012. Una diminuzione dovuta principalmente alla concorrenza della Turchia.
Come riportato dalla FAO, la Turchia è il sesto più grande produttore di frutta e verdura al mondo, con 45,9 milioni di tonnellate (26,09 milioni di tonnellate di ortaggi e 19,8 milioni di tonnellate di frutta). In termini di export, invece, scende all’undicesimo posto, con 2,95 milioni di tonnellate, di cui 2 milioni di frutta e 947.740 di ortaggi.
L’Italia invece attualmente è al 16° posto tra i Paesi fornitori della Russia con un totale di prodotti esportati nel Paese per circa 17 milioni di euro. Ma le possibilità per fare meglio ci sono. (c.b.)
