TRUFFA MILIONARIA IN PUGLIA: SI FINGONO AGRICOLTORI PER INTASCARE I CONTRIBUTI EUROPEI

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Finti proprietari che chiedevano e intascavano veri contributi europei. Una truffa da milioni di euro con la complicità degli uffici regionali. La Guardia di Finanza ha acquisito una serie di documenti nella sede pugliese dell’Agea, l’agenzia ministeriale per gli aiuti all’Agricoltura. Si tratta di una delle truffe più importanti compiute negli ultimi anni ai danni delle casse pubbliche.

Truffa, come al solito, resa possibile da un funzionario infedele che è stato iscritto nel registro degli indagati. Tutto ruota attorno ai fondi comunitari per la produzione agricola: si tratta di cifre importanti messe a disposizione da Bruxelles per chi vuole intraprendere attività di coltivazione in alcune aree. Cosa è accaduto: alcuni imprenditori hanno presentato domande per avere fondi su alcuni terreni della zona dell’Alta Murgia. In particolare nei comuni di Grumo Appula e di Altamura. Parliamo di appezzamenti di terreno molto grandi che nel corso degli anni hanno permesso di intascare agli imprenditori assegni con molti zeri.

Dov’è la truffa? Quelle terre non sono state mai coltivate – sospetta il sostituto procuratore Marcello Quercia che insieme con il procuratore Antonio Laudati ha firmato il decreto di perquisizione – ma soprattutto quelle terre non erano di proprietà degli imprenditori che chiedevano i finanziamenti. Venivano infatti individuate particelle "dormienti" e con la collaborazione del funzionario indagato venivano richiesti finanziamenti all’insaputa dei legittimi proprietari. I soldi venivano poi erogati e intascati senza alcun controllo e chiaramente senza che venissero utilizzati per il motivo per cui la comunità europea li metteva a disposizione: e cioè la produzione agricola.

La truffa avrà probabilmente un effetto domino. A parte le situazioni, già accertate, per ettari ed ettari di terreno nei comuni di Grumo e Altamura, ora la Finanza controllerà tutto quello che è stato erogato in questi anni sotto questo capitolo di spesa. Le Fiamme gialle si aspettano di trovare situazioni simili anche in molti altri casi. D’altronde da anni le campagne pugliesi, e in particolare quelle della Murgia, sono state prese d’assalto da speculatori a caccia dei contributi pubblici. Spesso i danni non sono stati soltanto economici ma anche ambientali.

La procura di Trani ha condotto diverse inchieste sullo "spietramento": le vecchie pietre della Murgia distrutte per poter coltivare piantagioni che per ragioni climatiche mai avrebbero potuto attecchire ma che comunque consentivano ai proprietari di ottenere le provvidenze comunitarie. Il risultato è stata l’avanzata della desertificazione, la distruzione del paesaggio caratteristico per ettari ed ettari di territorio e danni idrogeologici che secondo gli esperti si pagheranno per anni e anni e che in alcuni casi sono assolutamente irreversibili.

Un altro problema, questa volta proprio non soltanto della Murgia, è quello legato agli impianti fotovoltaici. In tutta la Regione le coltivazioni sono sparite in favore dei pannelli installati nella maggior parte dei casi da multinazionali che affittano per cento anni le zone. In questo momento – grazie agli incentivi statali – il fotovoltaico rappresenta il miglior investimento possibile in termini prettamente finanziari: assicura nel lungo periodo il tasso d’interesse più alto.

Ecco perché sul business si sono tuffati i fondi di investimento stranieri ai quali praticamente non interessa la produzione di energia pulita né tantomeno si occupano di come il territorio (inteso come tessuto economico) possa trarre giovamento dall’installazione dei pannelli. (fonte: La Repubblica Bari)

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