TRIESTE E GENOVA, IL RILANCIO PASSA DALLA CINA

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Due accordi sui porti sono stati firmati il 23 marzo a Villa Madama tra Italia e Cina, alla presenza del presidente cinese Xi Jinping e del premier Giuseppe Conte (i due leader nella foto di apertura). Il primo riguarda Trieste, con un’intesa di cooperazione tra l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale-Porti di Trieste e Monfalcone e la China Communications Construction Company. Il secondo è per Genova, con un accordo di cooperazione tra il Commissario Straordinario per la Ricostruzione di Genova, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e la stessa China Communication Construction Company. Le intese ‘Trihub’ per il capoluogo giuliano prevedono la realizzazione di infrastrutture ferroviarie, la possibilità per lo scalo di partecipare alla costruenda piattaforma di Kosiče (Slovacchia) e a iniziative analoghe in Cina.

L’intesa sottoscritta dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Zeno D’Agostino e dal leader della CCCC Song Hailang prevede in particolare la realizzazione delle nuove stazioni di Servola e Aquilinia, rientranti nel progetto “Trihub”, il piano integrato di rinforzo del sistema infrastrutturale ferroviario nell’area fra Cervignano del Friuli, Villa Opicina e Trieste, sviluppato in collaborazione con il gestore della rete ferroviaria italiana RFI.

Song Hailang, leader della CCCC e Zeno D’Agostino, presidente Autorità Portuale Trieste, durante la firma dell’accordo

L’accordo – si afferma da parte triestina – permetterà l’accrescimento dell’influenza del porto di Trieste sia in Europa centrale, sia presso i mercati marittimi cinesi, consentirà all’Autorità di Sistema Portuale di esplorare nuove opportunità collegate al progetto di CCCC per la costruzione e gestione del grande terminal intermodale di Kosiče. Il patto permetterà inoltre ad entrambi i firmatari di valutare collaborazioni per progetti logistico-industriali in Cina con lo scopo di facilitare i flussi logistici e il commercio. “Con questo accordo – afferma Zeno D’Agostino – puntiamo ad organizzare la logistica in uscita dal porto. Il nostro impegno è quello di supportare le esportazioni in Cina e nel Far East delle nostre PMI, che non hanno le dimensioni idonee ad affrontare questo tipo di investimenti. L’Autorità di Sistema si mette a disposizione delle imprese italiane per sviluppare in Cina piattaforme logistiche e portuali che permettano al made in Italy di raggiungere i flussi commerciali verso questo grande mercato in espansione”.

Trieste è entrato di fatto nella cornice della “Belt and Road Initiative“. L’impresa CCCC, detenuta dallo Stato cinese, è una delle più grandi imprese mondiali del settore delle infrastrutture, quotata alle borse di Hong Kong e Shanghai. CCCC è presente in 155 Paesi, con un fatturato annuale di gruppo superiore ai 90 miliardi di dollari, in possesso di elevato know-how nel settore delle infrastrutture di trasporto.

Più dei due terzi degli scambi commerciali in valore tra l’Unione Europea e il gigante asiatico passa per mare attraverso il Canale di Suez, e la rotta adriatica è la più breve per raggiungere il cuore del Vecchio Continente dall’Asia orientale.

Le strutture portuali italiane, croate e slovene sono più competitive in termini geografici rispetto al porto del Pireo in Grecia, che la China Ocean Shipping Company ha acquistato nel 2016 per farne il principale punto di approdo per le navi cargo cinesi dirette nel Mediterraneo.

Anche Venezia potrebbe pertanto rientrare nella partita. Lo scorso 11 febbraio, l’autorità portuale di Venezia ha firmato un memorandum di intesa con il Pireo per migliorare le capacità complessive dei due porti marittimi come importanti hub nel sistema della nuova Via della Seta. Le due strutture portuali avevano già allestito un servizio di traghetti settimanale lo scorso ottobre. Il porto di Venezia ha anche un nuovo collegamento ferroviario con Duisburg, nella Germania occidentale, che è il terminale europeo della Via terrestre della seta.

Zeno D’Agostino (Trieste) ritiene ci possano essere più hub adriatici per la cinese BRI (Belt and Road Initiative); Pino Musolino (Venezia) è certo da parte sua che i due porti servano mercati diversi e quindi esclude un dualismo Venezia-Trieste nell’Alto Adriatico. Ma la differenza la faranno sempre più l’ampiezza e l’efficienza delle infrastrutture portuali e, ancora di più, retro-portuali.

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