TRAFFICO CONTAINER IN CRESCITA (+6%), IN FLESSIONE LE ATTIVITÀ DI TRASBORDO

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Cresce il traffico container dei porti italiani nei primi cinque mesi dell’anno, segnando un +6%. Ma il trend positivo si avverte soprattutto nei porti gateway, quelli dove i contenitori si fermano (per poi essere consegnati a destino), mentre si percepisce la flessione sempre maggiore delle quote di mercato rappresentate dai porti di trasbordo, colpiti dalla concorrenza dei competitor nordafricani.

 

I dati, raccolti dall’ufficio studi di Contship Italia, parlano chiaro. Tra gennaio e maggio 2011, in Italia sono stati movimentati 4,14 milioni di teu (container da 20 piedi), pari a +6%, rispetto allo stesso periodo del 2010. Lo riporta un articolo del Sole24ore.

 

Nell’intero 2010, anno in cui erano stati spostati 9,86 milioni di teu, la crescita, su tutto il 2009, era stata del 3,7%. Una percentuale che già indicava un recupero cospicuo, perché nei primi cinque mesi del 2010, si sentivano ancora forti gli effetti della crisi iniziata nel 2008; infatti, tra gennaio e maggio 2010, con 3,94 milioni di teu movimentati, rispetto ai 4,09 dello stesso periodo del 2009, il saldo era a -3,8%.

 

L’intero 2009, peraltro, si era concluso con un -9,7% (pari a 9,5 milioni di teu), rispetto al 2008. Dunque la seconda metà del 2010 ha evidenziato una ripresa che ha consentito di passare da un valore negativo a uno positivo. E il +6% di gennaio-maggio 2011 fa ben sperare in una chiusura, a dicembre, in ulteriore crescita. Visto che, solitamente, è nella seconda metà dell’anno che il mercato container tende a dare le performance migliori. Guardando i risultati dei singoli porti gateway, si rileva che, tra gennaio e maggio 2010, a segnare gli aumenti maggiori nel traffico contenitori sono i porti dell’Adriatico: Venezia totalizza +22,9% (pari a 184mila teu), aggiudicandosi il primo posto, quanto a crescita, in Italia, Ravenna è a +17% (92mila teu) e Trieste a +12,8% (con 137mila teu).

 

Se, però, si considerano le quote di mercato coperte, in base alla quantità di teu movimentati, ci si accorge che sono i porti del Tirreno a farla da padroni. Mentre, infatti, Venezia (col 4,4% del mercato), Trieste (col 3,3%) e Ravenna (col 2,2%) raggiungono insieme un market share del 9,9%, i soli porti dell’alto Tirreno, Genova (758mila teu movimentati nel periodo, con il 7% di crescita su gennaio-maggio 2010 e una quota di mercato del 18,3%), La Spezia (538mila teu con +9% e quota del 13%) e Livorno (269mila teu con +4% e quota del 6,5%) segnano un market share complessivo del 37,8%.

 

A questi scali, sempre sul versante tirrenico, si devono aggiungere Napoli, che segna +0,6% nel periodo preso in esame, con 224mila teu movimentati (quota di mercato 5,4%) e Salerno, che cresce del 6% con 89mila teu (quota di mercato 2,2%). Per quanto attiene, invece, ai porti di transhipment, Gioia Tauro (ma il dato non comprende ancora l’addio al terminal, avvenuto alla fine di maggio, di Maersk, suo principale cliente), segna, tra gennaio e maggio 2011, un +6,1%, pari a 1,17 milioni di teu spostati e un market share del 28,3%. Taranto registra una crescita del 18,2%, pari a 275mila teu, con una quota di mercato del 6,6%. Cagliari, infine, totalizza un -9,1%, con 253mila teu movimentati e una quota di mercato del 6,1 per cento. In sostanza, segnalano i dati di Contship, nei primi cinque mesi del 2011, a fronte di un generale recupero dei volumi dei porti italiani, gli scali di trasbordo coprono una quota del mercato domestico pari al 41%; un notevole cambiamento rispetto al 55% che si registrava prima della crisi economica mondiale del 2009.

 

Del resto, se si prendono in considerazione i porti di trasbordo europei del Mediterraneo e li si confronta con quelli del Nord Africa, ci si accorge che mentre nel 2008 Algeciras, Cagliari, Gioia Tauro, Taranto e Malta, insieme movimentavano 10,2 milioni di teu contro i 3,18 milioni di Tangeri e Port Said, nel 2010 i porti africani spostavano 5,53 milioni di teu contro 9,19 milioni degli altri. E le quote di mercato che nel 2008 erano del 76% per i porti europei mediterranei e del 24% per quelli nordafricani, oggi sono rispettivamente del 62% e del 38%.

 

E nel 2011 la situazione va verso un ulteriore contrazione del market share degli scali europei mediterranei. Per contro, i volumi italiani di import-export dei porti gateway continuano ad avere un trend positivo con una crescita generale dell’11,1%. Il fatto, però, che le merci containerizzate arrivino direttamente ai porti gateway italiani, con un incremento delle operazioni di trasbordo in Nord Africa e una costante erosione di mercato per i porti italiani di transhipment, provoca la perdita della quota di Pil nazionale che precedentemente era generato dai servizi, dai materiali acquisiti e dai salari relativi alle operazioni di trasbordo compiute nei porti nazionali.

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