Su Il Resto del Carlino di oggi, lunedì 6 luglio, Matteo Bondi racconta il dramma del calo vertiginoso dei volumi di pesche e nettarine e albicocche con crolli che in alcuni casi arrivano al 90% a causa soprattutto del maltempo, a partire dalle gelate della scorsa primavera, con danni per centinaia di milioni. A tal riguardo il direttore del Corriere Ortofrutticolo, Lorenzo Frassoldati, sul Carlino ha scritto un commento che riportiamo integralmente qui sotto.
“Se la frutta romagnola è all’anno zero, non c’entra il Covid. C’entrano invece problemi che si chiamano cimice asiatica, calamità naturali (gelate, grandinate, trombe d’aria ecc), fitopatie vecchie e nuove, ossia quello che va sotto il nome di cambiamento climatico. Poi ci sono i sempiterni danni da burocrazia asfissiante, sempre denunciati e mai risolti. Infine, sullo sfondo, i mali endemici del settore:la frammentazione aziendale e la disunità/competizione fra le 3-4-5 organizzazioni professionali che associano le imprese. Se burocrazia e disunità non sono risolvibili a breve (e forse neppure e lungo termine), i problemi legati ai danni da maltempo-cimice-fitopatie sarebbero risolvibili aggiornando e rilanciando gli strumenti nazionali (Fondo di solidarietà) e regionali e lavorando a Bruxelles con i nostri europarlamentari e la Commissione per trovare soldi e misure efficaci. Qualcosa si ottiene, ma sempre al di sotto delle necessità. Ad esempio i danni da cimice solo l’anno scorso erano valutati in 300 milioni. La ministra Bellanova nelle pieghe della Finanziaria ne ha trovati 80, il resto doveva venire da Bruxelles; poi è arrivatala pandemia…
Il disastro della frutta estiva di quest’anno ha messo in moto il mondo produttivo e le organizzazioni professionali ed economiche. Il problema non sono solo le migliaia di piccole e medie imprese agricole, ma le strutture associative, i consorzi, le cooperative con migliaia di dipendenti. E tutto il comparto a monte e a valle della frutta: dai vivai, alla manodopera, alla logistica, ai magazzini di selezione/confezionamento, alle macchine-tecnologie-imballaggi dove l’Emilia Romagna conta imprese leader a livello europeo. Se salta il cuore del sistema, l’impresa agricola, salta tutto il sistema. Da tutte le parti sono partite richieste di misure straordinarie, sospendere contributi e mutui almeno fino a fine anno, intervenire sul costo del lavoro, defiscalizzazioni e decontribuzioni. Il ministero sta intervenendo con 426 milioni di decontribuzione previdenziale per i primi 6 mesi del 2020 nel DL Rilancio ma, incredibilmente, la filiera della frutta non sta tra i beneficiari. Qualcuno si muova, ad esempio la Regione”.
(fonte: Il Resto del Carlino)