Prima la gelata della fine di aprile, poi la siccità che va avanti da maggio e infine la concorrenza delle pesche spagnole. Per il secondo frutto toscano (il secondo più coltivato in Toscana) l’annata, appena iniziata, si preannuncia catastrofica. Ma le scelte dei consumatori possono cambiare le carte in tavola, come spiega Confagricoltura Toscana.
“Le nostre pesche quest’anno sono piccole ma di sapore ottimo – spiega Antonio Tonioni (nella foto), presidente della sezione ortofrutta di Confagricoltura Toscana –. Gli eventi climatici degli ultimi mesi hanno fatto crollare la produzione, prima la gelata del 28, 29 e 30 aprile ha colpito, a macchia di leopardo, le coltivazioni della Valdichiana e della costa, in alcuni casi spogliando del tutto gli alberi. Poi la scarsità di piogge di questo periodo ha ridotto la dimensione dei frutti, ma ne ha anche migliorato il livello organolettico”.
Se gli eventi atmosferici stanno martoriando la pesca toscana in Spagna il clima ha invece favorito i frutti che sono ora in sovrapproduzione e hanno invaso il mercato italiano.
“La situazione è allarmante per il comparto della pesca, ma siamo solo all’inizio della stagione. È importante ricordare al consumatore, soprattutto in casi come questo, il vantaggio di scegliere un prodotto a Km 0 – aggiunge Tonioni –. Minore infatti è il tempo tra la raccolta e l’acquisto, maggiore è la qualità del frutto che arriva a casa. Bisogna tener presente che a differenza delle pesche spagnole le pesche toscane possono essere colte quando sono mature, arrivare in tavola anche nel giro di 24 ore, e guadagnarne indubbiamente in sapore”. Come si riconosce quindi la freschezza di una pesca (per sapere in anticipo che sapore avrà)? Dal suo inconfondibile profumo, che si perde nel giro di tre giorni, suggeriscono gli agricoltori.