TOMRA, RICCI SPIEGA L’ACCORDO CON ICOEL: “TRIPLICHEREMO IL FATTURATO IN 10 ANNI”

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Con il recentissimo accordo siglato con Icoel, Tomra e la sua sezione Fresh, punta a consolidare la propria posizione di mercato in Europa e Sudamerica, anche con la delocalizzazione verso il Vecchio Continente di nuovi impianti produttivi. Si parte con il rafforzamento di quello già attivo in Slovacchia.
Roberto Ricci (nella foto), global category director tomato di Tomra, ci spiega nel dettaglio, i punti salienti dell’accordo con Icoel che porterà l’azienda a triplicare il fatturato nei prossimi dieci anni con una strategia ‘step by step’.
– Quanto ha a che fare il progetto di fusione con Icoel con la tempesta di mercato che stiamo affrontando?
“È una scelta strategica nata per consolidare il rapporto storico che Tomra ha con Icoel. Più che una fusione parlerei di un rapporto provilegiato, di esclusiva di commercializzazione. Icoe è un nostro partner più che decennale con cui abbiamo deciso di affrontare le criticità della fase pandemica e post pandemica oltre che gli scossoni della globalizzazione che ha un po’ sconvolto il mercato. Quello che abbiamo davanti è uno scenario complesso che ci ha dato spunti di riflessione”.
– Potrebbe essere più specifico?
“Abbiamo deciso di rinsaldare la nostra partnership con un’esclusiva di commercializzazione che ha Icoel sul mercato europeo. Mentre, su quello sudamericano, loro diventano nostri fornitori e noi vendiamo le loro macchine. Se il nostro obiettivo è quello di triplicare il fatturato in dieci anni, abbiamo bisogno di compagni di viaggio altrettanto forti. Per crescere puntiamo a fornire soluzioni integrate per la lavorazione del prodotto fresco dall’ingresso nell’impianto, fino al confezionamento. Ma non possiamo sviluppare tutte le macchine noi”.
– Soluzioni integrate per efficientare energeticamente i processi o per differenziare?
“Il nostro pay off è ‘every resource counts’ ossia ogni risorsa conta. Vogliamo ridurre lo spreco di risorse con l’obiettivo di ‘zero waste’. Tramite i nostri macchinari, tutta la frutta che passa lungo le linee di processo, viene selezionata, esternamente e internamente, per categoria di modo che ogni prodotto trovi il proprio sbocco naturale di mercato e possa essere utilizzato senza essere sprecato. Per cui, se c’è frutta di categoria inferiore, ad esempio, può essere allocata presso cliente che ha altro target di vendita. La stessa frutta che una volta veniva buttata, potrà essere riutilizzata per altri scopi. Il nostro obiettivo è fare sì che il cliente finale ottenga quello che si aspetta”.
– Quali sono i pilastri di questo piano industriale congiunto?
“Da quest’accordo di esclusiva, si andrà a consolidare non solo il rapporto per regioni ma anche quello per categorie di prodotto. Icoel sarà nostro partner esclusivo nel settore della ciliegia, che è una categoria chiave al centro dell’accordo. Abbiamo già sviluppato diversi progetti con Icoel e andremo a potenziare questo aspetto”.
– Quanto prevedete di investire per questi piani di sviluppo?
“Ancora non abbiamo deciso di rendere pubblica questa informazione. Uno punti strategici riguarda, senz’altro, la delocalizzazione della produzione dei macchinari che Tomra Fresh oggi fa in Cina e Nuova Zelanda. In quest’ultimo Paese Tomra Fresh ha il suo quartier generale e il centro di ricerca e sviluppo”.
– Dove delocalizzerete?
“Soprattutto in Europa. Abbiamo già uno stabilimento in Slovacchia dove produciamo macchine per il riciclo di cibo processato.
– Delocalizzare in Europa. Suona come una controtendenza…
“Ci hanno portato su questa strada, le conseguenze del Covid e del post Covid sul mercato mondiale quando, a causa della difficoltà di reperire i noli e dei loro costi volati alle stelle, da 3-4mila euro fino anche a 18mila, con ritardi anche di sette settimane, abbiamo pensato che produrre vicino ai mercati dove vogliamo crescere, possa essere meno impattante economicamente anche se adesso i ritardi delle consegne di sono ridotti”.
– Di quanto?
“Siamo sulle due settimane in più rispetto alle 5-7 in più di qualche mese fa. Ma poi, in realtà, diciamocelo, Tomra è europea poiché siamo norvegesi, ed in Europa vogliamo tornare”.
– Prevedere di aprire nuovi impianti anche in Italia?
“Per il momento, nella Penisola, è previsto un potenziamento dell’attività commerciale”.
– In che tempi prevede di realizzare questo piano industriale
“In due o tre anni per sviluppare la nostra presenza in Europa e Sudamerica, Oggi, il 70% del nostro mercato è fatto da Stati Uniti. Australia e Nuova Zelanda”.
– Quali margini di crescita prevedete in Europa che di per sé è già una piazza hi-tech?
“Pensiamo di andare avanti step by step, a piccoli passi con una crescita annua dal 2-4%. Magari anche di più. Dipende da come passerà quest’anno”.
– Come prevedete di chiudere il 2022?
“Al momento siamo in linea con gli anni passati anche se il mese di luglio ha registrato una flessione rispetto agli altri mesi. Pensiamo di chiudere sui 170 milioni di fatturato aggregato di cui 150 milioni di Tomra e un’altra ventina del nostro partner Icoel”.
Mariangela Latella
Madrid

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