TISO (CONFEURO): “RESILIENZA E SOSTENIBILITÀ PAROLE CHIAVE PER IL SETTORE NEL POST COVID”

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L’agricoltura europea cresce, nonostante tutto. Gli ultimi dati dell’Eurostat sanciscono nel 2019 un incremento del 2,4% in termini di valore della produzione rispetto all’anno precedente.

“Se ancora non sappiamo quali saranno gli effetti dell’emergenza sanitaria in corso, il settore primario si conferma come uno dei più resilienti ed essenziali per le nostre economie”, anticipa Andrea Michele Tiso (nella foto), presidente di Confeuro, Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.

“A livello europeo e nazionale, tuttavia, l’agricoltura sembra quasi procedere per forza propria, in attesa di capire quale rotta intraprenderà chi è al timone dell’Unione e del Paese. Le nostre aziende navigano troppo spesso a vista, facendo leva sull’esperienza e sulla volontà messe a dura prova da una congiuntura che non ha precedenti nella storia recente. Per l’ortofrutta, in particolare, urgono aiuti per i danni causati dal maltempo, per lo sviluppo logistico, il controllo dei parassiti e il rafforzamento delle organizzazioni di produttori”.
“Al di là delle rassicurazioni di rito, il voto finale sulla Pac del Parlamento europeo, a fine ottobre, rischia di rendere irraggiungibili gli obiettivi per il Green Deal stabiliti dalla Commissione”, sottolinea Tiso. “Siamo di fronte a un esito nel complesso deludente che non cambia le dinamiche di fondo dell’agricoltura, ma si limita ad apportare modifiche più esteriori che sostanziali.
Nella proposta votata dal Parlamento mancano infatti elementi essenziali, quali l’introduzione di un limite di spesa per gli allevamenti intensivi e il rispetto di requisiti ambientali più stringenti per ricevere sussidi. Si prevede inoltre un tetto ai fondi nazionali per il sostegno di alcuni programmi ambientali. In altre parole, i bisogni più urgenti dell’agricoltura e dell’ambiente, finora, sono stati messi da parte per favorire l’agroindustria.
Simili preoccupazioni desta il veto di Ungheria e Polonia sul Recovery Fund, che impone uno stop all’erogazione di oltre 10 miliardi di aiuti agli agricoltori europei. Da mesi auspichiamo un dibattito allargato sull’utilizzo delle risorse europee. Consultare tutti i soggetti attivi nel settore significa poter evitare errori e ripensamenti, che andrebbero a ricadere sulle spalle delle aziende già in difficoltà. Mai come in questo momento c’è stato bisogno di un processo partecipato, che coinvolga e responsabilizzi le forze migliori dell’agricoltura.
Per questo abbiamo accolto con soddisfazione l’annuncio della ministra Bellanova, che si è impegnata a istituire un tavolo di partenariato per dare vita a un confronto aperto a tutti i rappresentanti del mondo produttivo, aprendo così la strada a un processo partecipato. In attesa di ricevere ulteriori notizie dal ministero dell’Agricoltura, la nostra Confederazione è già al lavoro per mettere a disposizione le sue risorse e offrire un contributo concreto al dibattito, a partire dal Piano Strategico Nazionale che dovrà essere presentato alla Commissione europea entro la fine del 2021.
La ministra ha giustamente sottolineato che il Paese non può permettersi di sbagliare nulla, considerando la quantità di risorse a disposizione e l’importanza della posta in gioco. Per produrre un vero miglioramento, non si può prescindere dal contributo che l’agricoltura e l’agroalimentare possono assicurare alla transizione verde dell’intero sistema economico. La sostenibilità ambientale, sociale ed economica è il pilastro sul quale dovrà fondarsi la nostra politica agricola. Ci auguriamo che lo stesso principio di fondo informi anche il prossimo tavolo di confronto”.

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