Arrivati in questo periodo dell’anno è tempo di bilancio per la Cooperativa Terremerse. In attesa di vedere quali saranno le ripercussioni di questa tremenda alluvione che ha appena colpito l’azienda sul prossimo bilancio, nel 2022 il fatturato è stato di 288 milioni di euro, in crescita di 45 milioni di euro rispetto all’anno precedente, mentre il volume d’affari del bilancio consolidato del Gruppo Terremerse oltre i 310 milioni. L’utile netto di 1,5 milioni comprende importanti accantonamenti prudenziali, a protezione del valore del patrimonio della Cooperativa.
Dal punto di vista patrimoniale, oltre alla crescita del patrimonio netto a circa 44 milioni, è da notare che nonostante l’importante aumento del volume d’affari la posizione finanziaria netta è rimasta costante rispetto al 2021, al di sotto dei 25 milioni di euro. Si conferma, pertanto, un trend di miglioramento di tutti gli indici economici, patrimoniali e finanziari, che rende la Cooperativa più solida e attrattiva per gli agricoltori e gli stakeholders in generale.
Nel Settore Agroforniture il forte incremento del fatturato (+18,7 milioni, +21%) è stato principalmente determinato dall’aumento dei prezzi di vendita, conseguenza legata al conflitto Russa-Ucraina che ha fatto impennare i costi. In particolare, concimi +93%, agrofarmaci +5%, sementi +10%. I volumi di vendita dei concimi sono diminuiti del 17%, mentre agrofarmaci e sementi hanno evidenziato un incremento dei volumi, sia per acquisizione di clienti anche su nuovi territori, ad esempio dal 2022 si è aggiunto il Punto Vendita di Alba in Piemonte, sia, differentemente dal 2021, grazie a una primavera non condizionata da gelate precoci.
Per il Settore Cereali l’incremento del fatturato (+34%) è stato determinato dalla decisa crescita dei prezzi e le quantità di prodotto entrate nel 2022 sono state superiori rispetto all’anno precedente, anche se la scarsa piovosità estiva ha avuto effetti sfavorevoli sui cereali a semina primaverile. Il maggior margine commerciale del 2022 è maturato nella prima parte dell’anno, quando sono state vendute le quantità di riporto dal 2021 a prezzi decisamente maggiori rispetto alla valorizzazione del magazzino.
La crescita dei prezzi ha investito anche il Settore Ortofrutta, passato da 82 a 90 milioni di euro di fatturato, che attraverso la propria Sezione O.P., oltre al coordinamento commerciale e logistico nei settori fresco e industriale, svolge il servizio di gestione del Piano Operativo a favore dei soci.
Il Settore Carni, dopo due esercizi molto positivi, nonostante una crescita di fatturato di 2 milioni di euro fa segnare un margine di gestione negativo. Alla tenuta dei volumi di vendita ha fatto da contraltare l’aumento incontrollato dei costi delle materie prime, dei costi commerciali e di confezionamento. Le materie prime sono aumentate in concomitanza della guerra, come effetto diretto del forte aumento del costo dei cereali e di conseguenza dei mangimi. La GDO e i Discount hanno fatto muro più possibile a fronte delle richieste di aumento listini. In alcuni periodi dell’anno, pertanto, la produzione e la vendita è avvenuta sopportando margini di contribuzione negativi, assicurando in ogni caso integralmente le forniture ai clienti, per evitare di perdere quote di mercato.
Spiega il Direttore Generale di Terremerse, Emilio Sabatini: «Così come negli esercizi precedenti, a fronte delle incertezze, Terremerse può contare su una crescente solidità patrimoniale e organizzativa e un accreditamento sempre maggiore sui territori. L’obiettivo rimane la crescita continua e selettiva, che deve avvenire nella consapevolezza dei cambiamenti a cui il settore agricolo è sottoposto, sia per motivi di indirizzo politico (Green New Deal e Farm to Fork), sia di ricerca di maggiore efficienza produttiva in funzione del mutamento degli assetti produttivi. Seguire il cambiamento e saperlo intercettare significa affermare l’utilità di Terremerse verso il mondo agricolo, punto di riferimento e stimolo per migliorarsi e progettare nuovi traguardi».