TERRA DEI FUOCHI, LA PIANA DEL SELE DIFENDE I SUOI PRODOTTI, CONFAGRI: “LA CAMPANIA NON È TUTTA UGUALE”

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Terra dei fuochi: Confagricoltura Salerno lancia un marchio certificato per attestare la salubrità e la qualità delle produzioni agricole della Piana del Sele. La decisione è stata presa durante l’ultima riunione del Consiglio direttivo provinciale, convocata per discutere dell’emergenza ambientale, dopo la scoperta di ortaggi contaminati tra Napoli e Caserta (leggi news).

All’ordine del giorno lo stato di crisi "determinato dalle notizie diffuse dai media sulla presunta presenza di contaminanti ambientali sulle coltivazioni agricole della Piana del Sele". Una seduta monotematica in cui il presidente Rosario Rago, il direttore Carmine Libretta hanno fatto il punto con i componenti del direttivo coinvolgendo anche altre aziende associate. Nonostante le produzioni della Piana siano di qualità e certificate si corre il rischio di registrare una diminuzione delle commesse per le possibili ripercussioni che lo scandalo che ha travolto le province di Caserta e Napoli potrebbe avere anche nel Salernitano.

E allora ecco l’iniziativa di Confagricoltura che, nell’ambito di uno specifico progetto, sta lavorando alla creazione di un marchio di qualità, in grado di attestare salubrità delle produzioni, a partire dalla mappatura dei suoli, e alla realizzazione di un sito internet, consultabile da consumatori, fornitori e chiunque sia interessato, in cui reperire tutte le informazioni relative alla certificazioni ottenute dall’azienda agricola, oltre ai risultati delle analisi effettuate nell’ambito dei controlli ambientali.

Una finestra aperta sulle aziende del territorio provinciale che, volontariamente, inseriranno i dati relativi alle proprie produzioni, consentendone la libera consultazione attraverso il web. Lo spirito dell’iniziativa è, infatti, quello di mettere a disposizione di chiunque voglia informarsi i dati delle singole aziende per rassicurare i consumatori sulla salubrità dei prodotti della Piana del Sele.

La fase iniziale del progetto prevede, appunto, la mappatura dei suoli delle aziende associate, e il coinvolgimento della facoltà di Agraria della Federico II di Napoli. L’incontro con gli esperti si terrà in settimana, considerata la portata negativa che lo scandalo potrebbe avere anche sulle commesse locali, e servirà a verificare la possibilità di realizzare la mappatura nell’ambito di uno specifico protocollo d’intesa fra l’università partenopea e Confagricoltura Salerno. Successivamente si lavorerà alla creazione del sito web, per le aziende che aderiscono al progetto, per una consultazione on line di analisi e certificazioni in grado di fornire la massima garanzia e tutela sia per quel che riguarda la salubrità delle produzioni che i diritti del consumatore. (fonte: Il Mattino)

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