TERRA DEI FUOCHI, CIA: “PRODOTTI CAMPANI ASSEDIATI, VENDITE CROLLATE DEL 40%. SUBITO CENSIMENTO TERRE CONTAMINATE”

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L’emergenza ambientale nella “Terra dei Fuochi” si sta trasformando in una vera e propria emergenza economica per la Campania. L’effetto psicosi nell’ultimo mese ha fatto crollare del 35-40% le vendite dei prodotti tipici, dalla mozzarella di Bufala Dop all’ortofrutta. Ma così si corre il rischio di provocare danni irreversibili a tutto il sistema agroalimentare della regione.

Un sistema che da solo “vale” 5 miliardi di euro l’anno. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Nonostante le rassicurazioni di istituzioni e associazioni di categoria, i consumatori continuano a identificare la Campania con quella limitata porzione di territorio regionale devastata da roghi e veleni -sottolinea la Cia-.

Con un “effetto-fuga” dai prodotti campani che sul lungo periodo può diventare davvero pericolosa per l’economia e l’occupazione, visto che si tratta della terza regione in Italia per produzione agricola con oltre 136 mila aziende e 65 mila addetti impegnati nel settore. Per questo non si può più aspettare -evidenzia la Cia-. Ora bisogna muoversi in due direzioni precise per ridare fiducia ai consumatori e garantire il lavoro delle aziende: da un lato occorre una seria campagna di informazione per sottolineare che oltre il 95 per cento della superficie agricola campana è sana e che tutti i prodotti sono controllati e sottoposti a serie verifiche prima di essere commercializzati. Dall’altro lato, servono azioni immediate con la formalizzazione ufficiale dell’elenco delle aree interessate dall’emergenza della “Terra dei Fuochi” e, quindi, con la predisposizione di un piano di bonifica integrale dei territori contaminati. La Cia Campania, e in particolare la Cia di Caserta, si sono già attivate nei giorni scorsi per veicolare un messaggio di sicurezza alimentare rivolto ai consumatori.

“Abbiamo dato il via alla campionatura dei prodotti nella maggior parte delle aziende associate che si trovano nell’area dell’emergenza -spiegano-. I risultati degli esami, in convenzione con il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, serviranno a definire, oltre alla qualità dei prodotti, anche l’influenza delle peculiarità ambientali del territorio. Ciò significa considerare i prodotti agricoli come indicatori dell’agroecosistema in cui sono stati coltivati”.

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