TERRA DEI FUOCHI ANCHE NELLA PIANA DEL SELE, BONIFICHE MAI REALIZZATE

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Nessuno è immune in Campania ai veleni sotterrati dalla camorra e alle sostanze tossiche sparse tra i terreni agricoli con il compiacimento di proprietari farabutti. E anche la provincia di Salerno ha la sua “Terra dei Fuochi”. Dove molti, troppi hanno dimenticato. Di agire e di dar seguito alle bonifiche intimate da un Tribunale.

 

Eppure sono passati soltanto sette anni da quel provvedimento – firmato dal pm Donato Ceglie della Procura di Santa Maria Capua Vetere, il magistrato che da anni lotta contro le ecomafie – che smascherava un giro di malaffare e sostanze tossiche che dalla terra dei Casalesi conduceva alla Piana del Sele e al Vallo di Diano. Gli inquirenti l’avevano chiamata “operazione Chernobyl”, perché quei rifiuti avevano un potenziale tossico micidiale.

Erano 980mila tonnellate, scomparse tra il 2006 e il 2007 tra il Casertano, la provincia di Salerno e la zona di Foggia. Erano fanghi derivanti da trattamento di lavaggio di impianti industriali, reflui di produzioni chimiche, materiali di scarto contaminati. Che prima, grazie ad alcune aziende compiacenti, era stato spacciato per fertilizzante agricolo e compost. Poi, quando cominciarono i controlli serrati, il gruppo criminale passò alla seconda fase del progetto di smaltimento: grosse buche scavate nei terreni dove venivano interrati i rifiuti. In Campania furono arrestate 38 persone, sedici soltanto nella provincia di Salerno tra l’Agronocerino e la Piana del Sele. Furono poste sotto sequestro diverse aziende e bloccati 37 autoarticolati. I guadagni del gruppo criminale erano stati, in un solo anno, di 7,5 milioni di euro.  

I carabinieri del Noe, supportati dalle analisi effettuate dall’Arpac, dimostrarono che in maniera sistematica erano stati interrati rifiuti tossici in tutto il comprensorio del Vallo di Diano e la Valle del Sele. Alcuni dei campioni analizzati dimostrarono che nei terreni era stato rinvenuto “cromo esavalente”: una delle sostanze tossiche con maggiore effetto cancerogeno. Un prodotto derivante dalla lavorazione di fonderie e industrie dove vengono utilizzati composti chimiche per leghe con acciaio o ferro. (fonte: Corriere del Mezzogiorno)

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