Dal tavolo agrumi sono arrivate prime risposte per il settore, ma non sufficienti a far fronte alla grave crisi di mercato. Così la Cia-Agricoltori Italiani interviene sugli esiti della riunione dedicata, tenutasi al Ministero delle Politiche agricole.
Le misure contingenti stabilite dal Mipaaf, come il ritiro immediato di 500 tonnellate di agrumi e il piano di comunicazione e promozione al consumo, vanno nella direzione giusta -spiega la Cia-. D’altro canto, però, non è ancora operativo il bando di distribuzione agli indigenti e, soprattutto, le risorse previste dal Fondo agrumicolo per il 2018 (ovvero 2 milioni di euro) sono limitate rispetto alle azioni necessarie per ridare competitività al settore.
L’attuale campagna agrumicola, tra le peggiori degli ultimi anni, caratterizzata da grossi quantitativi di agrumi di piccola pezzatura, non graditi dalla Grande distribuzione organizzata e pagati poco dall’industria di trasformazione, uniti ai problemi fitosanitari cronici come il virus Tristeza e alla grande siccità di quest’estate, stanno mettendo a rischio la vitalità delle aziende del territorio, soprattutto in Sicilia e in Calabria dove si producono l’80% degli agrumi italiani.
Ecco perché -conclude la Cia- servono interventi robusti ed efficaci per superare l’emergenza, trovando soluzioni anche con la parte industriale per evitare speculazioni. In prospettiva, invece, c’è bisogno di un vero Piano di settore per il rilancio dell’agrumicoltura nazionale. L’ammodernamento degli impianti produttivi, il sostegno all’aggregazione e la tutela rispetto ai rischi fitosanitari sono impegni non più rinviabili.