In Germania, il taglio dell’Iva sui prodotti ortofrutticoli è al centro di un vivace dibattito politico che vede schierati su posizioni contrapposte i partiti della coalizione di governo.
“Sono favorevole all’azzeramento dell’Iva su ortofrutta e legumi — ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro dell’Agricoltura, Cem Ozdemir, esponente di Allenza 90/I Verdi, il partito ecologista tedesco — perché sarebbe un buon segnale sul fatto che le diete sane costano meno”.
Al riguardo, il ministro ha evidenziato che la Germania è agli ultimi posti in ambito europeo per il consumo pro-capite di frutta e verdura.
La dichiarazione di Ozdemir è stata accolta con favore dalle organizzazioni dei consumatori anche per l’impatto che avrebbe in termini di riduzione dei costi per l’alimentazione. Hanno però proposto il varo di una manovra più ampia, nell’ambito della quale il taglio dell’Iva sugli ortofrutticoli dovrebbe essere accompagnata da un rialzo dell’imposta sui prodotti a base di carne, in modo da promuovere un cambio strutturale dei consumi.
Le contestazioni nei confronti della proposta del ministro dell’Agricoltura sono invece arrivate dall’interno del governo tedesco. “I prodotti alimentari sono già soggetti ad una aliquota Iva ridotta. Non sono allo studio iniziative per modificare la situazione vigente”, ha puntualizzato un portavoce del ministero delle Finanze guidato da Christian Lindner del Partito liberale democratico (Fdl).
Secondo Carina Konrad, vicepresidente del gruppo parlamentare del Partito liberale e componente della commissione Agricoltura, “i prodotti alimentari non possono essere classificati come buoni o cattivi. Occorre fare di più per l’informazione ai fini di un corretto regime alimentare. Siamo quindi contrari alla proposta avanzata da ministro dell’Agricoltura”. Una bocciatura in piena regola è arrivata anche dal Partito socialdemocratico (Spd). Il Segretario generale, Lars Klingbeil, ha spiegato i motivi della posizione contraria, facendo riferimento al fatto che il taglio dell’Iva avvantaggerebbe tutti i consumatori, indipendentemente dall’ammontare del reddito individuale. Su queste basi, sembra difficile – per non dire
impossibile – trovare un accordo all’interno della coalizione di governo.
Il caso spagnolo
Nei giorni scorsi, invece, una manovra di riduzione dell’Iva sui prodotti alimentari è stata varata dal governo spagnolo con l’obiettivo di limitare l’impatto dell’inflazione. Fino a giugno,
è stata annullata l’imposta su pane, farina, latte, uova e ortofrutticoli freschi. Per questi ultimi, la
Fepex – la Federazione delle associazioni di produttori ed esportatori di settore — ha reso noto
che da gennaio ad ottobre dello scorso anno si è registrata una riduzione dei consumi del 12%
rispetto allo stesso periodo del 2021.
(fonte: Agrisole)