SUGAR TAX, L’AFFONDO DI GARDINI: “VA CANCELLATA. RISCHIO DELOCALIZZAZIONE”

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La sugar tax è un’aberrazione e va cancellata dalla legge di bilancio. Penalizza i produttori italiani rispetto a colleghi europei e rischia di creare fenomeni di delocalizzazione delle produzioni con conseguente minore acquisto di ortofrutta italiana per la trasformazione”.

Così Maurizio Gardini (nella foto), presidente di Confcooperative commenta la previsione della sugar tax nella legge di bilancio in occasione delle celebrazioni dei 120 anni del Consorzio Agrario di Ravenna, che si sono tenute sabato scorso nella sede consortile del capoluogo romagnolo.

“Si tratta di un onere importante per le aziende – ha detto – che solo per Conserve Italia, vale 14 milioni di euro. Stiamo parlando di un appesantimento del carico fiscale a carico delle aziende tra l’8 e il 10%. Questo è molto pericoloso perché rende più facile l’alternativa della strada della delocalizzazione della produzione oltre confine per non dovere sottostare alla spada di Damocle di questo tributo”.

Nel contesto generale di riflessioni importanti sulla svolta sostenibile come passaggio obbligato per il mondo dell’agricoltura e dell’importante contributo che può derivane, nell’affrontare queste sfide, dal ruolo dell’Europa, Gardini ha segnalato che: “a questi traguardi bisogna arrivarci vivi e non con aziende che muoiono per bilanci che non riescono a risollevarsi”.

“Benissimo la manovra di bilancio – ha commentato -, bene L‘attenzione sulla fiscalità agricola, bene la sterilizzazione dell’Iva e le altre misure, ma la sugar tax e la plastic tax non ci piacciono perché rischiano di deviare le attenzioni del mondo agricolo unicamente verso una tassa. E quindi questo non può andar bene e deve essere corretto”.

Il rischio di un aggravio degli oneri fiscali, che per la sola sugar tax, Gardini ha quantificato nel 8-10% in più, è quello che le aziende possano decidere di delocalizzare la produzione di succhi, ad esempio, con la conseguenza di potere valutare approvvigionamenti di materia prima non italiana, per non sottostare ad un tributo sentito come ingiusto che a detta di Gardini “non produrrebbe altro effetto se non quello di fornire un ulteriore vantaggio competitivo alla concorrenza andando a penalizzare, peraltro, bevande come i succhi di frutta che sono alimenti salutari. Per contro la plastic tax rischia di vanificare gli sforzi finanziari anche di quelle aziende che stanno facendo investimenti importanti sulla plastica sostenibile. E sono tante. Anziché penalizzarle, sparando nel mucchio per battere cassa, queste aziende andrebbero incentivate”.

Per il presidente di Confcooperative, il teatro dove si devono giocare le partite sulla competitività del mondo agricolo, rimane sempre l’Europa. “Perché è lì – ha precisato – che dobbiamo unire le forze con gli altri Paesi membri, di modo che quello che ci ha divisi nel passato possa adesso unirci e non continuare a dividerci anche nel futuro. Dobbiamo dare valore a quello che unisce tutte le organizzazioni agricole a difesa di un modello che sta dalla parte dell’agricoltore professionista e che, attraverso la valorizzazione delle filiere, crea valore nei nostri territori con delle politiche adeguate che devono tenere conto della necessità di accordi sui mercati e di garanzie per evitare che da altre parti del mondo arrivino, senza reciprocità, produzioni che non hanno i nostri plus e con costi che ci potrebbero fare concorrenza. In questo senso la Sugar tax e la plastic tax colpiscono chi difende il made in Italy perché penalizzano quelle aziende italiane che lavorano prodotto italiano, che impiegano manodopera italiana distribuendo valore e che pagano tasse in Italia”.

Mariangela Latella

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