SUCCHI D’ARANCIA, LA FRUTTA SALE AL 20%. ENTRATA IN VIGORE LA LEGGE DEL 2014

Condividi

Da oggi, in Italia, serviranno 200 mila tonnellate in più di arance all’anno. È la stima della Coldiretti dopo l’entrata in vigore del provvedimento nazionale che innalza dal 12% al 20% il contenuto di succo d’arancia delle bevande analcoliche prodotte in Italia. Rimangono invece immutate le condizioni per la merce importata. Da ieri vanno applicate le disposizioni contenute nella legge 161 del 30 ottobre 2014, a dodici mesi dal perfezionamento con esito positivo della procedura di notifica alla Commissione europea. La norma prevede che le bevande prodotte fino a ieri possano essere commercializzate fino ad esaurimento delle scorte.

“L’innalzamento del contenuto di succo d’arancia — sottolinea la Coldiretti in una nota — modifica dopo 60 anni una norma del 1958 e mira, in primo luogo, a tutelare la salute dei consumatori adeguandosi a un contesto programmatico europeo che tende a promuovere una alimentazione più sana e a diffondere corretti stili alimentari. In tale ambito, alcuni studi hanno posto in evidenza che una bevanda con il 20% di succo di arancia aiuti a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C raccomandato dalle diverse Accademie scientifiche e la sua assunzione veicola un variegato mix di sostanze fitochimiche che possono incidere positivamente sulle difese del sistema immunitario”.

Secondo la Coldiretti l’aumento della percentuale di frutta nelle bibite andrà a salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria. “L’aumento della percentuale del contenuto minimo di frutta al 20% corrisponde, infatti, all’utilizzo di 200 milioni di chili in più di arance all’anno con effetti anche dal punto di vista paesaggistico in una situazione in cui una pianta di arance su tre (31%) è scomparsa in Italia negli ultimi quindici anni, mentre i redditi dei produttori sono andati a picco. Ad oggi per ogni aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro agli agricoltori vengono riconosciuti solo 3 centesimi per le arance contenute, del tutto insufficienti a coprire i costi di produzione e di raccolta. Una situazione che — denuncia la Coldiretti — alimenta una intollerabile catena dello sfruttamento che colpisce lavoratori, agricoltori ed i trasformatori attenti al rispetto delle regole”.

C’è, poi, anche l’aspetto salutistico della novità: “L’innalzamento della percentuale di succo di frutta nelle bibite va a migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione e a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all’obesità in forte aumento», spiega ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, aggiungendo che «il prossimo passo verso la trasparenza è quello di rendere obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta della frutta utilizzata nelle bevande per impedire di spacciare succhi concentrati importati da Paesi lontani come Made in Italy”.

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE