STUDIO SUL MAAB DI BARI, MERCATO PRONTO MA NON ANCORA OPERATIVO

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Una struttura multifunzionale a ridosso della più grande città pugliese, Bari, e le sue direttrici del nord, sud e ovest della Puglia. E’ questo il futuro del Maab – il mercato agroalimentare di Mungivacca in parte già realizzato ma ancora non operativo – rielaborato da un team di esperti del Dipartimento di studi aziendali della Facoltà di Economia dell’Università di Bari.

Un team coordinato dalla professoressa Angela Bergantino, docente di Economia delle infrastrutture e trasporti. Lo studio dell’Università è partito dall’analisi dei principali centri di distribuzione agroalimentari presenti in Italia e a livello internazionale.

Nel dettaglio, l’analisi ha comportato una intensa attività di rilevazione dati, desk e field, che ha visto realizzare oltre 100 interviste sul territorio provinciale. Sono stati intervistati i principali utenti dell’attuale struttura: i commercianti al dettaglio e i rappresentati del settore ho.re.ca. Sono infine stati intervistati i referenti delle principali strutture italiane e internazionali (nel complesso 50 strutture) al fine di identificarne gli ambiti tariffari e di costo, oltre che dimensionali.

Il mercato – spiega Angela Bergantino – concentrerà in un unico luogo fisico l’offerta e la domanda di prodotti agricoli, favorendo il collegamento tra produttori-venditori e dettaglianti-acquirenti. L’obiettivo, oltre ad offrire agli operatori uno spazio moderno ed efficiente, anche nei collegamenti, per la conservazione e lo smistamento delle merci, è quello di revisionare e razionalizzare il secondo lotto di lavori che prevede la costruzione di ulteriori 32 box, dopo aver verificato le esigenze dei grossisti, stimolando economie di scala”.

Un mercato, dunque, che non svolga soltanto le funzioni comuni. Le priorità sono – prosegue Angela Bergantino – “trasporti, logistica, marketing e servizi pubblici e sociali. In Italia ci sono esempi eccellenti che distribuiscono servizi, e penso a Genova e a Parma, dimostrando di rendere più agevole il lavoro degli agroalimentaristi, contribuendo alla riduzione dei volumi di traffico e inquinamento e svolgendo più attività complementari tra loro. Al Maab abbiamo 280 mila metri quadri da sfruttare”. (fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno)

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