STELLA (MAERSK): “IL 2012 SARÀ UN ALTRO ANNO DI SOFFERENZA PER I NOLI”

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La filiale italiana di Maersk chiuderà l’anno con circa 400mila teu spediti in import e in export e per l’anno prossimo l’obiettivo sarà aumentare la quota di mercato. Il 2011 verrà ricordato come un altro anno nero per il trasporto marittimo di container. Tutti i principali global carrier stanno accumulando perdite consistenti e non fa eccezione nemmeno il colosso danese.

 

Maersk Line, infatti, ha appena archiviato il terzo trimestre del 2011 con una perdita netta di 1,58 miliardi di corone danesi su ricavi per 38,12 miliardi di corone danesi, rispetto all’utile netto di 5,90 miliardi su ricavi per 39,97 miliardi nel corrispondente periodo dello scorso anno. Ciò accade nonostante nel periodo luglio-settembre di quest’anno la flotta del gruppo ha movimentato complessivamente 2,1 milioni di container da 40′, con una crescita del 16% sull’anno passato.

"Questa progressione è stata vanificata dall’effetto negativo della flessione dei noli". spiega Orazio Stella, amministratore delegato di Maersk Italia, in un’intervista a Trasporto Europa. Nel terzo trimestre di quest’anno, il nolo medio per feu (container da 40 piedi) è stato di 2860 dollari, con una diminuzione del 12% rispetto ai 3251 dollari nello stesso periodo del 2010.

"Nei prossimi mesi, sarà la solidità finanziaria delle compagnie di navigazione a fare la differenza e il nostro gruppo intende cogliere ogni occasione per accrescere la propria leadership di mercato". A partire proprio dall’Italia dove Maersk tocca dodici porti (Genova, La Spezia, Livorno, Napoli, Salerno, Gioia Tauro, Catania, Taranto, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste) con un market share vicino all’11% e circa 400mila teu movimentati, secondo le previsioni di chiusura del 2011.

"Nei prossimi dodici mesi mi aspetto ancora sofferenza e molta volatilità sul mercato dei noli, anche se ci stiamo prefissando elevati obiettivi di crescita – a doppia cifra in termini percentuali – puntando molto sull’affidabilità e puntualità del servizio di trasporto offerto", prosegue Stella, sottolineando che mediamente il 60% delle spedizioni arriva puntuale a destinazione e questa percentuale sale all’85% nel caso della compagnia danese.

"Fra i nostri obiettivi prioritari c’è quello di incrementare questo tasso al 95% e studiare con i clienti soluzioni specifiche non solo per il trasporto dei container, ma allargando la nostra offerta di servizi su tutto il territorio nazionale" aggiunge il numero uno di Maersk Italia. Che però non nasconde un certo pessimismo sulle prospettive per i porti di transhipment del Sud Italia.

"Oggi mi sembra difficile pensare di poter competere con i porti concorrenti del Nord Africa, per noi in Italia le macro aree strategiche sono il Nord Adriatico, il Nord Tirreno e gli scali della Campania". Il destino del trasporto marittimo di container passerà inevitabilmente attraverso il gigantismo navale, "Perché l’unico modo per offrire servizi di linea economicamente sostenibili è quello di impiegare navi portacontainer di portata sempre maggiore, oltre 10mila teu, sulle grandi direttrici intercontinentali. Anche l’Italia deve prepararsi per l’arrivo di queste unità extra-large che scaleranno pochi porti in grado di accoglierle".

La distribuzione negli altri porti regionali avviene poi con le navi feeder della stessa Maersk o con i servizi della neonata Seago Line, che ha già avviato i primi collegamenti fra il Mediterraneo e il Nord Europa. "L’Italia avrebbe enormi potenzialità di sviluppo, ma osservandola dall’esterno pare non abbia lungimiranza" conclude il manager di Maersk Italia. Egli evidenzia anche i deficit infrastrutturali del nostro Paese: "Nel medio-breve termine auspico che gli investimenti vengano indirizzati per il potenziamento della rete ferroviaria nazionale che, a mio parere, rappresenta un collo di bottiglia da risolvere se si vuole ambire a conquistare quote di mercato oltreconfine".

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