E’ una stagione “di magro” per le patate americane o patate dolci o batate (ipomoea batatas). Esse si presentano tendenzialmente più piccole, più allungate e meno rotondeggianti rispetto alla loro forma normale. E’ una conseguenza della siccità. Le radici tuberose si sono allungate sotto terra nella ricerca di acqua.
Restano inalterate le altre caratteristiche e proprietà come la dolcezza, la polposità, il valore nutrizionale. Nel Veneto, dove è da poco cominciata la raccolta, si coltiva oltre la metà della produzione nazionale che supera i centomila quintali. La coltivazione maggiore è fatta in provincia di Padova, nelle terre a ridosso del fiume Adige, e nella zona di Adria, in provincia Rovigo. Sono eccellenti, inoltre, le patate americane coltivate tra le province di Treviso (a Zero Branco) e di Venezia (a Scorzè). Le prime battute del mercato sono discrete. Le quotazioni sono ritenute valide, tanto più che si prevede una minore produzione: in media meno venti per cento circa. Nelle zone dove si è sofferta maggiormente la siccità, nel Padovano, si potrebbe arrivare a un meno 30 per cento. Si prevede, invece, un minore calo, attorno a meno dieci per cento, tra le province di Treviso e di Venezia.
Il prodotto va discretamente, rileva Sergio Tronchin, area commerciale di OPO Veneto: quest’anno effettivamente c’è il problema della pezzatura che non si presenta con la grossezza e la rotondità, che generalmente distinguono la patata americana coltivata nel Veneto. E’ un ortaggio generalmente sottostimato nel nostro paese (anche se i consumi sono sostanzialmente in aumento), mentre risulta molto importante nella alimentazione mondiale. A livello mondiale è posto, infatti, al 13° posto dalla FAO come prodotto agricolo di base. Se ne producono annualmente sui cento milioni di tonnellate. Originaria dell’America tropicale, è stata portata in Europa – secondo testimonianze – dallo stesso Cristoforo Colombo. Oggi è coltivata soprattutto in Cina (80 per cento della produzione totale). fonte: ortoveneto.it