STAGIONE LUNGA E SOFFERTA PER LA CIPOLLA. “IL FUTURO PASSA DALL’INNOVAZIONE”

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Stagione lunga per le cipolle, anzi lunghissima. Il calendario commerciale si prolungherà di quasi un mese, con rese per ettaro superiori del 30% alla media. Per la cipolla bianca con aprile si termina la stagione, che solitamente si conclude a fine marzo, così per le rosse, mentre per la gialla si andrà fino a fine maggio.

 

“Il bilancio alla fine non è nemmeno così negativo – spiega Roberto Chiesa (nella foto a fianco), direttore commerciale della Romagnoli spa – nonostante il clima avverso, specialmente nell’estate scorsa, che avevano creato diversi timori sulla conservabilità del prodotto (a questo si è aggiunto il secondo inverno mite consecutivo che non ha aiutato i consumi). Invece è filato tutto liscio, sebbene i prezzi non siano stati molto remunerativi. Viste le premesse poteva andare peggio. I volumi prodotti in generale sono stati nettamente superiori al 2013 con rese per ettaro che hanno registrato anche un +30%”.

Per il manager dell’azienda bolognese la cipolla bianca è quella che ha sofferto maggiormente, con una progressiva riduzione della penetrazione sui mercati. “Ormai circa la metà del venduto riguarda la gialla, mentre solo il 30% è appannaggio della bianca, in calo. Il restante 20% è ricoperto dalla rossa”. Le importazioni dal Messico non preoccupano ancora il comparto visti i prezzi ancora troppo elevati. “Una buona parte delle catene della gdo predilige il prodotto italiano di qualità a quello importato, con prezzi tra i 45 e i 55 cents al chilo, contro l’euro della merce messicana”.

Secondo Chiesa il futuro del comparto passa dall’innovazione di prodotto: “Penso alla cipolla dolce ad alta digeribilità che dopo i primi riscontri positivi ha buone possibilità di sviluppo. La cipolla di Tropea Igp invece è già una realtà consolidata in ascesa. In generale comunque l’obiettivo del comparto è di rendere sempre meno la cipolla come una commodity puntando sul rinnovamento varietale e il marchio”.

Per Romagnoli la cipolla – distribuita interamente attraverso la grande distribuzione – rappresenta circa il 20% del proprio giro d’affari. “ma fondamentale e complementare alla patata (core business dell’azienda. Ndr). Le esportazioni sono concentrate principalmente verso la Francia che cerca prodotto di altissima qualità.

Sull’annata 2015 le previsioni parlano di volumi di cipolla in linea con quelli del 2014 e quindi ancora piuttosto sostenuti.

Sulla stessa lunghezza d’onda il giudizio sulla campagna da parte di Chiara Zuccari (nella foto a fianco), direttore commerciale di Primo Mattino Baratella di Santo Stefano di Minerbe (Verona). “La campagna 2014 deve ancora concludersi del tutto. Solo ora si sta andando verso la chiusura delle vendite del prodotto dello scorso anno”.

Secondo Zuccari nel 2014 si è registrato un aumento di circa il 20% delle rese per ettaro, con un incremento della produzione e quotazioni piuttosto basse. L’azienda veronese tuttavia continua a puntare sull’alta qualità delle produzioni, quasi esclusivamente italiane. Sulle circa 10 mila tonnellate di cipolle commercializzate, il 35-40% è rappresentato dalla cipolla dorata, altrettanto dalla bianca, il 20% circa dalla rossa. Da due anni l’azienda ha introdotto anche la cipolla dolce, che rappresenta appena il 5% del venduto ma con buone prospettive di crescita, commercializzata con il marchio “Dolcezza Mia”. “In Italia è una novità, mentre è già avviata in Francia, Stati Uniti e Messico – spiega Zuccari. È una cipolla buona da mangiare anche cruda. La domanda è buona e in crescita. Ci sono buone aspettative su questa tipologia”. Anche le esportazioni della “bianca” registrano ritmi sostenuti, spesso verso il Nord Europa, dove la produzione fatica a causa del clima umido. La “dorata” invece punta molto della sua fortuna sul mercato interno. Più difficile invece la situazione per la “rossa”, il cui export è penalizzato dalla forte concorrenza, specialmente di Egitto e Nuova Zelanda, oltre a Olanda e Germania.

“Un tempo il mercato inglese era molto presente. Ora è in netto calo per la forte concorrenza”, ammette Zuccari. Per il 2015 il calendario produttivo è previsto nella norma. A maggio dovrebbe iniziare la raccolta della cipolla di Tropea, seguita a giugno dalle precoci del Nord. “In generale per questa annata gli ettari coltivati dovrebbero essere in linea con il 2014 anche se si auspicava una minor programmazione. Per compensare speriamo in rese più basse”, afferma l’imprenditrice veneta. Per emergere sui mercati, oltre all’alta qualità, a rivestire un ruolo fondamentale è sempre più il packaging.

“Abbiamo ideato e messo in commercio una nuova confezione: un tubo con cipolle di tre colori – rivela Zuccari. Anche e soprattutto all’estero stiamo avendo buoni riscontri, a partire dalla catena Edeka con cui stiamo lavorando per promuovere il prodotto made in Italy dando risalto soprattutto al gusto del prodotto, in particolar modo alla cipolla dorata e rossa. La distribuzione estera continua a riconoscere e apprezzare il prodotto italiano. Bisogna però essere in grado di valorizzarlo nel modo giusto”.

Sul fronte delle esportazioni, infine, l’embargo russo (Mosca per Primo Mattino rappresentava il 2-3% del venduto) ha consentito di aprire nuove vie, dalla Polonia fino ai Paesi arabi. Ottime prospettive infine per lo scalogno, che l’azienda di Minerbe è in grado di offrire 12 mesi all’anno, per vendite che si aggirano attorno alle mille tonnellate: “C’è un aumento di programmazione, dettato dall’incremento dei consumi. È un mercato in crescita”.

Emanuele Zanini

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