IN SPAGNA SI INDAGA SUI PREZZI BASSI, DA NOI SOLO CHIACCHIERE. ARRIVA L’ASSICURAZIONE SUL REDDITO, MA SOLO PER I CEREALI

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I fatti, in primo luogo. In Spagna il governo apre un’inchiesta su eventuali irregolarità sul crollo dei prezzi dopo una denuncia di Asaja-Almeria (l’organizzazione delle imprese agricole, leggi news). La denuncia riguardava le prime settimane dell’anno quando i prezzi all’origine dell’ortofrutta subirono un crollo dell’85%. Un fatto anomalo, poiché non legato ad un eccesso di produzione né ad un calo della domanda. Fatto sta che alcune grandi catene distributive cancellarono improvvisamente gli ordini, provocando il crollo dei prezzi dei prodotti in campagna, mentre contemporaneamente i prezzi sugli scaffali venivano ritoccati in aumento. Un comportamento quantomeno ‘strano’ su cui adesso il ministero spagnolo (Mapama) indagherà per valutare eventuali “pratiche abusive o di violazione della legge”.

Curioso notare che in Spagna sarebbe avvenuto l’esatto contrario che da noi. Nelle prime settimane del 2017 infatti in Italia, causa gelo e neve, i prezzi subirono un’impennata, seguito dal solito polverone all’italiana, con accuse di speculazione lanciate nel vuoto, senza alcun seguito, così tanto per fare ‘ammuina’ e strappare qualche titolo sui giornali e in tv. Episodi abbastanza simili ma di segno opposto. La differenza: in Spagna il ministero si muove e indaga, da noi solo aria fritta nei vari talk show.

Poi, altro fatto. Il nostro ministero (Mipaaf) ha presentato la prima assicurazione sui ricavi per il settore cerealicolo. “Si tratta di uno strumento sperimentale e innovativo per la gestione del rischio per i produttori di grano duro e tenero”, dice il Mipaaf. Come funziona? Nel caso i prezzi scendano del 20% rispetto alla media triennale del ricavo per ettaro, l’agricoltore riceverà dalla compagnia assicurativa un indennizzo per la perdita di reddito. Il premio verrà coperto al 65% dal ministero con 10 milioni già stanziati. “Saremo i primi in Europa – ha dichiarato il ministro Martina – a sperimentare un’assicurazione sui ricavi per i produttori di grano”. Bene, benissimo – viene da dire- finalmente facciamo qualcosa di innovativo. Il comparto cerealicolo è da tempo in sofferenza per i prezzi bassi che non consentono nemmeno di recuperare i costi di produzione.

Il comparto dell’ortofrutta, quanto a fluttuazione dei prezzi, normalmente in basso, non è da meno. Pensiamo alle recenti campagne estive di pesche/nettarine o alle ultime campagne pere, con prezzi quasi sempre al di sotto dei costi di produzione. Episodi che si ripetono per le patate, gli agrumi o per i pomodorini siciliani, tanto per citare grandi produzioni, prodotti di larghissimo consumo. Qui non c’è assicurazione che tenga, solo in alcuni casi un ridicolo rimborso grazie ai ritiri previsti dalla comunità, dove spesso subiamo la beffa di essere sorpassati da altri Paesi più furbi e meglio organizzati. Quindi: perché l’assicurazione sul reddito non potrebbe applicarsi anche all’ortofrutta? La domanda la rivolgiamo alle rappresentanze del settore: nessuno ci ha pensato? È possibile o no? Varrebbe la pena di approfondire, perché il tema del reddito è decisivo per il futuro del secondo comparto del nostro export agroalimentare. Diciamolo chiaramente: se i prezzi dell’ortofrutta salgono, allora si grida alla speculazione. Ma quando sono bassi o crollano, nessuno si scandalizza. Ma dove sta scritto che l’ortofrutta deve costare poco? In Spagna si indaga se i prezzi crollano, da noi facciamo solo chiacchiere e basta. Evidentemente c’è una ragione per cui la Spagna esporta tre volte noi (e ci ruba i mercati).

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

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