IN SPAGNA PRECIPITATI I CONSUMI DI ORTOFRUTTA

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Precipitano i consumi spagnoli di frutta e verdura. Nel 2017 ogni cittadino ha consumato mediamente 260 grammi di frutta al giorno (meno di un frutto) e 277 grammi di verdure, meno di un piatto di insalata. Mele e pesche in picchiata ma cresce l’attenzione per ciliegie, prugne e insalate come piatto principale.


Il nuovo ministro per l’Agricoltura, Luis Planas (nella foto), rilancia con le nuove linee programmatiche del ministero, appena presentate al Congresso dei Deputati che puntano su redditività dei produttori, invarianza del bilancio Pac, internazionalizzazione e assicurazioni agrarie.
Secondo lo studio annuale del governo spagnolo sui consumi alimentari del Paese, frutta e verdura sono due delle categorie più penalizzate all’interno del paniere dei consumatori spagnoli con una riduzione degli acquisti, rispettivamente del 3,5 e del 3,4% rispetto al 2016 per un consumo complessivo che, nel 2017 è stato di 4.3 milioni di tonnellate per la frutta e 4,4 milioni per le verdure.
Più contenuto, per contro, è stato il calo del valore degli acquisti (-0,9% per la frutta e -0,3% per la verdura pari a complessivi 7,3 e 7 miliardi di euro) determinato dall’incremento dei prezzi che è stato rispettivamente del 2,7 e del 3,2% assestandosi su una media di 1,46 euro al chilo per la frutta e 1,45 per la verdura.
Sono soprattutto i consumi domestici a determinare la caduta dei consumi, specie per la frutta, dal momento che questi prodotti sono per la quasi totalità acquistati per il consumo a casa (il 99,5% della frutta e l’89% della verdura) con la predominanza, tra i canali di acquisto, di supermercati e negozi tradizionali.
Quasi completamente scoperto il canale Horeca che pure è molto utilizzato dalle famiglie per i consumi alimentari fuori casa che, nel 37,4% dei casi, avviene in occasioni familiari contro il 20% delle uscite tra amici.
Il calo del consumo di frutta deriva anche da un cambio delle abitudini alimentari che registrano una perdita di appeal del dessert dove, la frutta ha sempre avuto un ruolo dominante. Per contro, soprattutto nei consumi fuori casa e in relazione al minor tempo a disposizione, emerge tra le tendenze di consumo quella delle insalate complete da assumere come piatto principale (+12,3% rispetto al 2012) che si affiancano ai piatti etnici (+105%) alle tradizionali tortillas (+7,1%) e alla pizza (+7,3%).
In controtendenza al calo di acquisti generalizzato, ciliegie e prugne hanno registrato un incremento degli acquisti con un balzo in avanti che è stato, rispettivamente del 19,4% e del 4,8% che, nel caso delle ciliegie potrebbe essere dato in parte anche dal precipitare del prezzo medio (-12,6%) anche se il consumo procapite non arriva a 1,3 chili l’anno. A livello nazionale si sta parlando di acquisti per meno di 60mila tonnellate per entrambe le categorie.
In picchiata mele (-5,9% del volume degli acquisti, 450mila tonnellate), arance (-5.5%, 812mila tonnellate) e pesche (-5,1%, 158mila tonnellate) mentre il prezzo precipita solo per queste ultime (-4,5%) e tiene nei primi due casi (+2,8% e +1,6%).
L’altra faccia del calo dei consumi ortofrutticoli è lo spreco che, pur essendo diminuito, ha riguardato complessivamente 350mila tonnellate di frutta fresca finite nella spazzatura (-1,5% rispetto al 2016) e quasi 150mila tonnellate di verdure (-8,1%)
In risposta a questo quadro, il nuovo ministro per l’Agricoltura spagnolo, Luis Planas, ha appena presentato al Congresso dei deputati le sue nuove linee programmatiche che individuano 15 punti fondamentali che saranno al centro dell’attività politica del suo mandato. Tra questi il lavoro per la redditività dei produttori, la sostenibilità ambientale, la richiesta alla Commissione Ue dell’invarianza del bilancio Pac, l’internazionalizzazione e il favore per le assicurazioni agrarie.
Mariangela Latella

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