SPAGNA, MINISTRO CAÑETE: “AGROALIMENTARE CI RISOLLEVERÀ DA CRISI”

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“L’industria alimentare resiste alla crisi meglio di altri settori economici. È uno dei beni più grandi del nostro Paese e un pilastro per la ripresa economica". Esordisce con queste parole Miguel Arias Cañete, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Ambientali spagnolo, durante la presentazione dell’“Anuario de la Alimentación en España 2012”.

 

L’annuario, pubblicato in maggio ma presentato ufficialmente solo qualche giorno fa, rappresenta la relazione più completa su un settore strategico dell’economia iberica. Un settore che, considerando l’intero indotto (dalla produzione alla trasformazione fino alla commercializzazione passando per la distribuzione), rappresenta l’8,3% del PIL nazionale e crea oltre 2 milioni di posti di lavoro. Tra i vari temi affrontati nel rapporto, quello del commercio agroalimentare. Il 2012 si è chiuso con un saldo commerciale "più che positivo” che ha proiettato la Spagna al quarto posto tra i Paesi esportatori nell’Unione europea e all’ottavo nel mondo (dati forniti dall’Organizzazione mondiale del commercio). Il valore delle esportazioni dell’intero settore è stato pari a 36.107 milioni di euro, in crescita del 9% rispetto al 2011, con un saldo positivo sulle importazioni di 5.769 milioni di euro, in aumento dell’88%. L’area Ue è il punto di riferimento del commercio estero spagnolo: circa il 75% delle esportazioni e il 56% delle importazioni sono realizzate all’interno dell’Unione europea.

Restringendo l’analisi al solo comparto ortofrutticolo, il 93% delle esportazioni è destinato al mercato comunitario (Germania, Francia e Regno Unito in primis) mentre il restante 7% a Paesi terzi, in particolare Russia, Svizzera e Norvegia. Il saldo commerciale nel 2012 per la frutta è stato di 4.695 milioni di euro mentre per la verdura di 3.382 milioni di euro. Per quanto riguarda la produzione, la Spagna si posiziona tra i primi 10 produttori mondiali di agrumi, frutta e verdura. In particolare nel 2012 ha ottenuto il 6° posto tra i produttori di agrumi, il 7° per la produzione di frutta e il 9° nella produzione di ortaggi. La Cina è al 1° posto in tutte e tre le classifiche. In Europa, dove la produzione si concentra tra pochi Paesi produttori, la Spagna occupa il 2° posto dietro l’Italia.

Un altro capitolo del rapporto è legato al consumo alimentare. Nel 2012 la spesa totale per il consumo domestico di alimenti e bevande è stata pari a 100.678 milioni di euro. "Lo scorso anno – ha spiegato Cañete – si è registrata una contrazione complessiva della spesa dell’1,3%. Il dato è stato influenzato negativamente dalla significativa flessione dei consumi fuori casa (-4,1 %) mentre la spesa per il consumo domestico è salita dello 0,2%. Se si analizza più approfonditamente – continua il Ministro – la curva dei consumi domestici, seppur in continua crescita, ha subito un rallentamento rispetto agli anni precedenti. La causa è presumibilmente da ricondursi a due fattori principali: la crescita demografica pari a 0 e la crisi economica, che ha portato il consumatore a fare acquisti più razionali e a cercare un maggiore contenimento della spesa".

Tra i canali di distribuzione i consumatori spagnoli hanno preferito i negozi specializzati nel 52,5% dei casi. D’altra parte, supermercati e discount sono preferiti per l’acquisto di prodotti alimentari confezionati, con una quota del 50,7%.

“Per avere una visione completa – ha tuttavia chiarito il Ministro – è necessario considerare anche altre informazioni importanti quali i consumi extra domestici”. Il rapporto evidenzia, come si è detto, una riduzione dei consumi fuori casa del 4,1% rispetto all’anno precedente. In particolare, le visite ai punti di ristorazione sono diminuite del 2,9% mentre la spesa media dell’1,2%. Circa i dati preliminari per il 2013, il Ministro ha infine anticipato che i consumi domestici a settembre 2013 registravano un aumento dello 0,8% a volume e ad una crescita dei prezzi medi dell’1,6% corrispondeva un incremento a valore del 2,4%. Per quanto riguarda il commercio estero, da gennaio ad agosto 2013, il valore dell’export è stato pari a 25 miliardi di euro, in crescita del 4,15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il surplus generato è di 5.201 milioni di euro, ovvero il 33% in più rispetto allo stesso periodo del 2011.

Arias Cañete ha ricordato che nel corso degli ultimi due anni di legislatura il governo ha adottato diverse misure per dare un "orizzonte di stabilità al settore e dotare gli operatori di strumenti per rafforzarne la competitività". Tra gli altri, ha ricordato l’accordo raggiunto con l’Unione europea che garantirà alla Spagna 47.000 milioni di euro per il periodo 2014-2020 e le importanti riforme strutturali attuate sul piano nazionale per migliorare il potere concorrenziale del Paese a livello internazionale. (c.b.)

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