Nell’ultima campagna (da settembre 2013 a luglio 2014) l’export della Spagna di pomodori da mensa ha raggiunto un totale di quasi un miliardo di euro. Un dato importante, ottenuto grazie ad una distribuzione “vecchio stile”, rivolta per lo più ai mercati tradizionali, e soprattutto che non sembra risentire della concorrenza “spietata” dei prodotti provenienti da paesi mediterranei extra europei.
Secondo quanto emerge dai dati rilasciati da Estacom, il volume totale dei pomodori esportati durante la campagna appena conclusasi è stato pari a 957,31 milioni di chili che ha significato per le casse spagnole un’entrata di 949,43 milioni di euro. Il Vecchio Continente ha assorbito il 99,97% del totale mentre l’UE28 il 94,11% grazie agli oltre 900 milioni di chili acquistati. Tra i paesi comunitari il principale mercato di destinazione è la Germania, che rappresenta il 20,9% del totale, con 200,10 milioni di chili acquistati e 234,27 milioni di euro pagati. Al secondo posto si posiziona la Francia che, con un totale di 141,57 milioni di chili, rappresenta il 14,79% dell’export di pomodori da tavola. In termini di valore ciò si traduce in 120,52 milioni di euro, ad un prezzo medio di 0,85 euro al chilo. Il terzo mercato di destinazione è il Regno Unito con 137,84 milioni di chili per un valore di 129,88 milioni di euro, seguito dai Paesi Bassi (125,39 milioni di chili per 133,06 milioni di euro) e dalla Polonia (59,30 milioni di chili per 47,26 milioni di euro).
L’Italia è il sesto paese per importanza: con 52,56 milioni di chili di pomodori freschi acquistati rappresenta il 5,49% dell’export spagnolo. Il prezzo medio di acquisto è di 0,61 euro al chilo per un totale di 31,87 milioni. Il mercato russo, ormai perso, ha significato il 4,05% delle esportazioni di pomodori: 38,76 milioni di chili venduti ad un prezzo medio di 1,04 euro al chilo hanno fruttato 40,49 milioni di euro. (c.b.)
