SPAGNA, FICHI D’INDIA DECIMATI DALLA COCCINIGLIA: PORTE APERTE ALL’ITALIA, PREZZI ALLE STELLE

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Praticamente resettata la produzione di fichi d’india spagnoli. La cocciniglia, un parassita proveniente dal Sudamerica che si manifesta come una specie di batuffoli di cotone appoggiati sulla pianta, nel giro di cinque anni ha infatti infestato praticamente tutte le piante delle “chumberas” almeriensi con la conseguenza che quest’estate gli spagnoli hanno fatto veramente fatica a trovare sugli scaffali questo prodotto tradizionale e molto apprezzato dai consumatori iberici.

Porte aperte agli esportatori italiani che stanno vendendo prodotto anche a 3 euro al chilo, praticamente il quadruplo rispetto al prezzo ordinario. Un salto di qualità che spinge questo frutto (e di conseguenza l’intero mercato spagnolo) verso una nuova segmentazione: da prodotto comune e della tradizione a prodotto di nicchia e di qualità.

Per rendersi conto del vuoto di offerta che si è venuto a creare basti pensare che, per quanto il fico d’india fosse una coltura minoritaria dell’Almeria, comunque riguardava una superficie di quasi 80 ettari coltivati che producevano, quasi 170 tonnellate all’anno per un fatturato complessivo di circa 150mila euro.

Con la quadruplicazione dei prezzi, questo giro d’affari è destinato a diventare un business per l’export da 600mila euro l’anno.

Prima dell’introduzione di questo parassita che sta dimostrando un’elevatissima capacità di propagazione oltre che un potenziale distruttivo delle piante che si è sviluppato nel giro di meno di tre campagne, i fichi d’india (in spagnolo ‘chumbos’) venivano venduti a settanta centesimi al chilo. Adesso le quotazioni sono letteralmente lievitate e arrivano anche a 3 euro al chilo come abbiamo rilevato all’interno della catena Carrefour Almeria.

Ma la Spagna si sta attrezzando ad impedire la fine delle “chumberas” e nei giorni scorsi si è tenuta una riunione dell’associazione degli ingegneri tecnici agricoli di Almeria che sta spingendo con vigore l’amministrazione almeriense ad aggiornare il catalogo nazionale dei parassiti per potere intervenire su quest’emergenza.

La mancanza di pioggia e l’apertura ai nuovi mercati, ha favorito, infatti, l’introduzione di nuovi parassiti e virus che stanno soppiantando quelli già riconosciuti con un’aggressività mai vista prima.

Mariangela Latella

 

fonte foto: Ag Comunicacion

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