Non sarà solo una manifestazione di piazza, Confagricoltura scenderà tra la gente nel cuore di Bologna, con una campagna di sensibilizzazione e divulgazione, per chiedere alle istituzioni urgenti misure in favore dei frutticoltori.
L’appuntamento è per lunedì 23 ottobre, con partenza del corteo alle ore 9.30 da piazza dell’Unità poi l’arrivo nella piazza Lucio Dalla dove, alle 11, avrà inizio l’incontro aperto a tutti. In contemporanea, una serie di iniziative si snoderanno nel centro città coinvolgendo i passanti.
Sotto lo slogan “Sosteniamo la Fruit Valley”, sono attesi agricoltori provenienti dalle varie province dell’Emilia-Romagna ma pure da territori vicini, pronti a una grande mobilitazione attorno ai temi chiave del comparto ortofrutticolo, nella regione simbolo di prodotti d’eccellenza. L’attenzione va anche alla lettura della territorialità attraverso secoli di storia, tecnica vivaistica e ricerca varietale.
Problemi di mercato, crisi climatica e inflazione stanno spingendo gli imprenditori agricoli verso l’abbandono delle colture arboree. “Sosteniamo la Fruit Valley” vuole essere un appello pubblico alla comunità per sostenere la frutticoltura italiana, affinché il nostro messaggio arrivi forte alle istituzioni, spiegano i promotori.
«Servono interventi legislativi, sgravi contributivi per alleggerire il costo del lavoro, risarcimenti veloci per i danni causati da avversità meteo catastrofali (alluvioni, frane, gelate e trombe d’aria), adeguati strumenti di gestione del rischio e protezione del reddito, una strategia di difesa fitosanitaria che sia più efficace rispetto all’attuale politica UE “From farm to fork” e l’auspicio a rivedere la Restoration Law. Per continuare a investire in frutticoltura, occorre incrementare la redditività aziendale, bisogna innovarsi», dice chiaro il presidente regionale di Confagricoltura Marcello Bonvicini chiamando a raccolta gli associati.
Esorta azioni tempestive Marco Piccinini, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna, «per tutelare il valore delle produzioni locali di qualità, non perdere competitività e quote di mercato, difendere aziende e posti di lavoro lungo la filiera, salvaguardare il patrimonio ambientale e paesaggistico quindi frenare gli espianti, ma soprattutto invertire il trend in continua crescita delle importazioni di frutta: il paradosso della nostra fruit valley».