SICCITÀ, PEDERZOLI (COLDIRETTI RAVENNA): “PER LE PRODUZIONI CALI DEL 30%”

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In Emilia Romagna le piogge di questi giorni interrompono un calvario durato tre mesi per gli agricoltori, ma non risolve la flessione della produzione causata dalla siccità e dalle persistenti ondate di calore di questa estate particolarmente torrida. Solo nel Ravennate il danno per mancata produzione è di circa 100 milioni di euro.

Si è registrato il 30% in meno circa rispetto alle consuete produzioni stagionali, e riguarda oltre ai cereali anche la frutta e la produzione di pomodoro industriale. "La flessione nelle produzioni di frutta e uva, mais e sorgo ormai è un dato di fatto – conferma Massimiliano Pederzoli (nella foto), presidente di Coldiretti Ravenna e del Cer (Consorzio canale emiliano romagnolo) – anche se la pioggia rappresenta sicuramente un sollievo per le piante, in particolarmente per i kiwi che si raccoglieranno in ottobre, o per le viti, che produrranno comunque meno uva, ma di qualità. Un altro problema riguarda invece il mais: causa della siccità, se ne raccoglie poco e quel poco potrebbe contenere aflatossine (sostanze tossiche prodotte da alcune specie di funghi, o muffe unicellulari), col rischio quindi di non poter essere venduto per farne mangimi".

Per molte colture ormai il danno è fatto, ma le piogge daranno almeno sollievo alle risorse idriche, se non altro perché per qualche giorno non sarà necessario irrigare e i campi. "Quest’estate il Cer ha superato i 300 milioni di metri cubi di acqua distribuiti dal Po alle aziende agricole, contro i 321 distribuiti nell’estate torrida del 2003. La media giornaliera di acqua distribuita è stata di circa 2,5 milioni di metri cubi, che nel periodo più caldo, da metà luglio ad inizio agosto ha toccato i 4,2 milioni di metri cubi. Non siamo però ancora fuori dal tunnel, dal momento che Romagna Acque in questi giorni ha chiesto al Cer di attivare alcuni potabilizzatori anche per l’uso civico".

La siccità si affianca ad una forte lievitazione dei costi dell’energia, che rappresenta un ulteriore danno per gli agricoltori. "Le imprese agricole hanno consumato grandi quantità di gasolio per garantire l’irrigazione nei campi e salvare le coltivazioni agricole dal caldo e dalla siccità – spiega Antonio Sangiorgi, direttore di Coldiretti Ravenna -. A questo punto si deve partire da un dato di fatto, i mutamenti climatici, e mettere in campo strategie per difenderci dal deficit idrico».In buona sostanza occorre trovare risorse economiche per avviare interventi strutturali e far arrivare acqua alle aziende agricole, sull’esempio della diga di Ridracoli per l’uso civico delle acque.

"In collina servono invasi interaziendali da cui attingere l’acqua per irrigare. Quei territori che sapranno attrezzarsi in questo modo, saranno in grado di fronteggiare i periodi si siccità. Per quanto riguarda i territori in pianura, ora che è stata ultimata l’asta principale, occorre realizzare canalizzazioni secondarie per far arrivare le acque del Cer alle aziende che ancora non sono state raggiunte". (Fonte: Corriere Romagna)

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