SECONDA EMERGENZA COVID? NEGLI USA LA GDO AUMENTA LE SCORTE PER UN POSSIBILE AUMENTO DELLE VENDITE

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I distributori alimentari statunitensi stanno aumentando le loro scorte per prepararsi a un possibile aumento delle vendite in vista di una seconda ondata di pandemia COVID-19.

Lo rivela il Wall Street Journal che segnala anche come le aziende della filiera alimentare, che durante la prima ondata sono state, di fatto, frenate per i troppi contagi e per l’eccesso di domanda, creando dei gap di fornitura, stanno accelerando la produzione dei loro articoli più venduti per non lasciarsi trovare impreparati una seconda volta.

In pratica una domanda extra da parte dei distributori per il prodotti dalla shelf life più lunga e legati comunque alla gestione sanitaria della pandemia.

Per citare qualche esempio, tra i più eclatanti, Associated Food Stores ha iniziato a costruire ‘pallet pandemici’ di prodotti di pulizia e sanificazione in modo che abbia sempre scorte nei suoi magazzini. Molti rivenditori stanno anche espandendo la capacità di distribuzione, aumentando lo spazio di magazzino e modificando i turni.

“A marzo non sapevamo quello che stava succedendo – ha dichiarato Chris Lewis, Executive vice-president della supply chain presso l’unità di servizi di vendita al dettaglio di Ahold Delhaize – adesso, invece, possiamo organizzarci”.

Il proprietario di Giant e Food Lion ha già inventariato i prodotti per le vacanze di Natale nei suoi magazzini e stocca dal 10% al 15% di prodotto in più rispetto a prima della pandemia.

La catena Kruger ha addirittura anticipato l’apertura del nuovo magazzino di Sherbrooke, che avrebbe dovuto essere inaugurato a febbraio 2021.

L’obiettivo di tutti è accumulare forniture per mesi in quanto, secondo le analisi di Acosta, società di analisi di mercato, più della metà degli acquirenti prevede di fare scorta di generi alimentari in caso di un nuovo lock-down correlato al coronavirus anche se dalla maggior parte del campione è considerato come improbabile.

Difficili da reperire ancora alcuni tipi di prodotto tra cui le verdure in scatola perché i produttori hanno rallentato la produzione con la rigida applicazione di tutte le regole di sicurezza per paura di nuovi contagi che nella prima fase Covid, hanno di fatto fermato le aziende di trasformazione.

Mariangela Latella

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