SCONTRO APERTO A VERONAMERCATO, MACCINI: “FEDAGRO VUOLE GESTIRE LA SOCIETÀ”

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Non finisce l’infinita querelle su Veronamercato. Dopo le dimissioni della presidente Erminia Perbellini (leggi news) e quelle di Giuseppe Giomaro (leggi news) dal consiglio di amministrazione in rappresentanza dei grossisti, che hanno lasciato gli incarichi manifestando forte disagio nei confronti della direzione del Mercato scaligero, arriva la replica da parte di Annunciato Maccini (nella foto), membro del cda di Veronamercato.

Secondo Maccini, che replica punto su punto alle dichiarazioni del presidente dimissionario Perbellini e di Giomaro, nella riunione con gli operatori del 18 febbraio scorso "il cda si è impegnato a lavorare nel mese di marzo per trovare una soluzione alla richiesta di riduzione dei canoni, previa redazione di un piano economico-finanziario". Secondo il rappresentante del consiglio di amministrazione "il sospetto è che in realtà l’esecutivo di Fedagro persegui un obiettivo ben più "ambizioso" della riduzione dei canoni: la gestione della società Veronamercato".

Nella lunga replica Maccini ricorda inoltre come la presidente Perbellini "non abbia coinvolto il Consiglio nella gestione del rapporto con Mercati Associati (di cui Erminia Perbellini è presidente, ndr).

Riportiamo qui di seguito il testo integrale della replica del consigliere Maccini alle dichiarazioni di Erminia Perbellini e di Fedagro

 

Con riferimento alle vicende che hanno coinvolto la Società Veronamercato e in particolare agli articoli apparsi sulla stampa conseguenti alle dimissioni da presidente di Veronamercato da parte della dottoressa Erminia Perbellini, si rende necessario un chiarimento. Innanzitutto la posizione di Fedagro che il 21 novembre 2014 ha contestato la gestione societaria per il tramite dell’Avvocato Maritato, finalizzata, nel concreto, ad ottenere una riduzione dei canoni di concessione, è stata posta all’ordine del giorno del CDA da parte della presidente Perbellini ben due mesi dopo e precisamente nel CDA del 21 gennaio 2015.

Va inoltre precisato che prima di allora mai Fedagro aveva chiesto una riduzione dei canoni. Si ritiene piuttosto insolito tale modo di procedere. Le lamentele degli operatori sulla gestione, in particolare sull’asserita assenza di controlli in ordine allo scarico dei prodotti e alla presenza di utenti non autorizzati all’interno del Centro, sono state respinte all’unanimità dal CDA quindi anche dalla Presidente Perbellini nella seduta del 2 febbraio 2015.

Va inoltre precisato che un gruppo di 14 operatori in data 15.11.14, con toni moderati e collaborativi, hanno chiesto al CDA un incontro per discutere il tema della riduzione dei canoni di concessione, motivata dal particolare momento di difficoltà dell’economia.

Il CDA ha quindi deciso di convocare tutti gli operatori, aderenti e non aderenti a Fedagro, invitandoli ad un pubblico incontro tenutosi in data 18 febbraio 2015. In tale sede il CDA si è impegnato a lavorare nel mese di marzo 2015 per trovare una soluzione alla richiesta di riduzione dei canoni, previa redazione di un piano economico finanziario. Non si capisce pertanto il motivo di tante rimostranze successive a tale incontro, dal momento che è stato deciso di cercare una soluzione di comune accordo.

Le dichiarazioni rese alla stampa da parte del consigliere Giuseppe Giomaro il 26 febbraio non fanno altro che alimentare il sospetto che, in realtà, l’esecutivo di Fedagro persegui un obiettivo ben più “ambizioso” della riduzione dei canoni: la gestione della Società Veronamercato. Non va dimenticato che da sempre gli operatori sono parte attiva della gestione, in quanto significativamente rappresentati in CDA.

Ma se l’obiettivo è contare di più, fino al punto di assumere a maggioranza assoluta le decisioni gestionali, gli operatori avanzino una proposta concreta di acquisto del pacchetto azionario di maggioranza detenuto dal Comune di Verona e, se i Soci sono d’accordo, procedano con il conseguente acquisto. Nelle società per azioni funziona così. Il resto sono chiacchiere e il voler comandare da inquilini con una quota del 3% rappresenta una ridicola ed inutile pretesa.

Ad oggi, tuttavia, si ritiene che nessuna rilevante criticità possa essere imputata alla gestione societaria, rappresentando Veronamercato un modello di assoluto riferimento in campo nazionale ed europeo per efficienza gestionale ed erogazione di servizi, a favore di tutti gli utenti del Centro agroalimentare.

Veronamercato, infatti, tra gli enti gestori di mercato di nuova generazione, primeggia in campo nazionale grazie alle sue straordinarie unicità in quanto:

– è l’unico ente ad aver assicurato la gestione del vecchio mercato, la costruzione del nuovo e la gestione del nuovo Centro agroalimentare tramite un’unica società che, tra l’altro, nel corso degli anni ha conseguito notevoli risparmi, (primo fra tutti una riduzione del personale da 34 a 26 unità) e bilanci in utile dal 2008;

– è l’unico ente certificato qualità, ambiente e sicurezza;

– è l’unico ente che garantisce assistenza agli operatori sulla complicata questione del recupero dei crediti, nei confronti degli acquirenti morosi; tra l’altro ha promosso tra gli operatori il progetto Osserva (di cui è partner Fedagro Nazionale) senza, purtroppo, che Fedagro Verona abbia accolto l’iniziativa;

– è l’unico ente che ha inserito nella propria politica della qualità, integrando lo statuto societario, l’attività di promozione per l’internazionalizzazione;

– è l’unico ente ad aver promosso e costituito con gli operatori una Rete di imprese, con l’obiettivo di erogare servizi comuni e di curare la promozione all’estero delle imprese.

Ricordiamo, tuttavia, che i servizi di internazionalizzazione attraverso partecipazione a fiere di settore, missioni all’estero e b2b presso Veronamercato, sono stati erogati sin dal 2009 con la presidenza Caccia e proseguiti poi con la presidenza Sardos Albertini, quindi con la presidenza Perbellini, che si è trovata così a gestire una situazione avviata e collaudata dagli altri presidenti che l’hanno preceduta.

Tutte le iniziative sono state assunte dal CDA in accordo con gli operatori e apprezzate dai medesimi e votate in CDA dal loro rappresentante. In particolare, nel corso della presidenza Perbellini hanno usufruito delle missioni e della partecipazione alle fiere, finanziate da Veronamercato, anche i rappresentanti di Fedagro appartenenti al Comitato di Rete, oggi protagonisti della sterile protesta contro la gestione.

Va inoltre precisato che le sinergie con i mercati di Padova e Treviso risalgono al gennaio 2006, quindi ben sei anni prima della presidenza Perbellini, ma si sono purtroppo arenate con Padova a causa del comportamento poco trasparente messo in atto dalla presidente Perbellini e dall’amministratore delegato del MAAP di Padova, oggetto di specifica denuncia per querela da parte di un consigliere di Veronamercato.

Per quanto sopra, si respinge in modo secco e deciso le accuse della Presidente Perbellini di “aver trovato una struttura rigida, ancorata a schemi di gestione superati, impietrita sulla tradizione di Ente gestore di spazi di concessione” nonché nell’affermazione di “insanabile contrasto tra operatori e direzione”.

L’inspiegabile e “curiosa” sintonia resa pubblica dai media tra la presidente Perbellini e alcuni dirigenti di Fedagro, conferma l’errore strategico di un presidente che, al contrario dei suoi predecessori, non ha capito la delicatezza degli equilibri del Mercato, rendendosi responsabile con il proprio operato di aver favorito, anziché placato, la posizione conflittuale degli operatori finalizzata per la maggior parte di loro, unicamente all’ottenimento di una riduzione dei canoni e per questo gestibile contabilmente e non tramite contenzioso.

Ad ulteriore conferma del comportamento “discutibile” della Presidente Perbellini nei confronti del CDA, si richiama il mancato coinvolgimento del Consiglio nella gestione del rapporto con Mercati Associati: la sua nomina a presidente ha comportato il recesso dall’Associazione di tutti i mercati di interesse nazionale (Milano, Torino, Firenze, Roma e Napoli – Bologna era già uscito) e dei mercati di Pescara e di Rimini e la pianificazione da parte loro della costituzione del nuovo organismo Italmercati Rete di Imprese, prevista per il prossimo 12 marzo e alla quale inevitabilmente anche Verona dovrà partecipare quale mercato di interesse nazionale.

Era quindi evidente che ai componenti del CDA, vista la situazione creatasi di possibile grave danno per la Società, non restasse altro che porre in essere le determinazioni necessarie per garantire equilibrio e serenità, al fine di portare al termine il mandato in scadenza ad aprile 2015 e, nel contempo, l’impegno assunto con gli operatori, nel corso del pubblico incontro del 18 febbraio 2015, di redigere un piano economico finanziario per capire se vi sono le condizioni per dar seguito alla richiesta di riduzione dei canoni.

Nessuna “schizofrenica situazione”, quindi, come asserito dalla Perbellini, ma decisioni consapevoli assunte dai cinque consiglieri di nomina comunale, costretti a disattendere le indicazioni fuorvianti di un presidente che, se attuate, avrebbero danneggiato seriamente la Società, dopo un periodo di forti tensioni che hanno reso difficile, per la prima volta dal trasferimento del Mercato avvenuto nel 2003, persino l’ordinaria gestione.

Tuttavia, il raggiungimento di tutti gli obiettivi gestionali prefissati e comunicati all’amministrazione comunale e dalla stessa verificati, il conseguimento della certificazione qualità, ambiente e sicurezza, unitamente al positivo risultato economico previsto per il bilancio 2014 confermano che, pur tra le difficoltà sopra richiamate, nel complesso l’operato del CDA è risultato corretto e proficuo, ben lontano dall’essere congelato da “ostracismi e faziosità” come “imprudentemente” sostenuto dall’ex Presidente Erminia Perbellini.

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