SCIOPERO AUTOTRASPORTO, PORTI A RISCHIO PARALISI

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Trasportounito, la sigla sindacale che ha annunciato 5 giorni di sospensione del servizio di trasporto merci in tutt’Italia, conferma lo sciopero. Dalla mezzanotte fino a venerdì alle 24 si ferma l’autotrasporto italiano che aderisce alla sigla sindacale. La decisione di attuare il fermo è stato confermata dalla stessa Trasportounito, ribadendo il blocco in tutta Italia, Sicilia compresa.

 

Ieri, nel tentativo di scongiurare il blocco dei porti il sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino aveva proposto un’ultima mediazione, convocando al ministero dei Trasporti un tavolo di confronto per tutte le 13 sigle sindacali. L’appuntamento fissato per martedì mattina resta comunque confermato nonostante la protesta.

"Il governo ha aumentato i fondi per l’autotrasporto a 400 milioni di euro", ha detto il sottosegretario Giachino a Genova. "Invito Trasportounito a non bloccare l’economia del Paese. Lo sciopero in questo momento è inutile, il governo sta lavorando per rispondere ai bisogni della categoria". Il blocco avrà pesanti ricadute sui porti di Genova e La Spezia, che da sole movimentano il sessanta per cento della merce in container. Trasportounito, con circa 5.800 aziende di autotrasportatori iscritte delle 120.000 aziende del settore in Italia, chiede al governo di migliorare la legge sui costi minimi della sicurezza negli autotrasporti. Trasportounito chiede interventi per la funzionalità del mercato e le normative del settore, come tempi di pagamento certi, modifiche al sistema dei costi minimi, così come al sistema degli accordi di settore, e più vigilanza sui contratti di trasporto e intermediazione. Inoltre chiede interventi per realizzare un gasolio professionale nazionale, per determinare una strategia nei confronti delle compagnie assicuratrici e per rivedere l’applicazione degli studi di settore. Contrarie allo sciopero si sono dette le altre due organizzazioni dell’autotrasporto, l’Unatras e Anita. Per Pasquale Russo segretario nazionale di Unatras la protesta è un’azione "inutile e dannosa". Per Eleuterio Arcese, presidente di Anita (aderente a Confindustria) la protesta è "un atto irresponsabile".

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