Da metà del dicembre 2011, il mercato del carciofo sardo è crollato, a causa di una domanda di prodotto nelle piazze principali (a cominciare da quella milanese) che ha subito un brusco tracollo. A denunciare la situazione di crisi è la Coldiretti Sardegna che propone una serie di iniziative per sostenere e rilanciare le produzioni carcioficole.
"I prezzi del carciofo nelle ultime settimane hanno avuto una diminuzione tale che la remunerazione a pezzo è ora di 15, 20 centesimi lordi", ha spiegato il direttore di Coldiretti, Luca Saba (nella foto). "E’ una situazione drammatica se si pensa che tra costi di trasporto, confezionamento, mediazione e facchinaggio, i ricavi si riducono del 50%, quindi al produttore entrano 5, 10 centesimi a pezzo".
In Sardegna, hanno detto ieri in conferenza stampa i rappresentanti delle principali cooperative del settore della provincia di Cagliari, il carciofo è la principale produzione orticola, i produttori sono oltre 3.000, con fatturati che arrivano sino a 120 milioni e produzioni di 480 milioni di capolini. Da prima di Natale il mercato italiano si è fermato e sul campo, segnala Coldiretti, rimangono valori per 50 milioni di euro. L’associazione propone un intervento immediato della Regione, anche in vista della ripartenza della flotta sarda, che consenta di abbattere i costi dei trasporti e del packaging, un incontro urgente con l’assessore regionale all’Agricoltura per valutare le azioni da mettere in atto, un protocollo d’intesa tra la Regione e i gruppi della grande distribuzione per favorire iniziative dedicate ai carciofi, la promozione massiccia del prodotto, anche attraverso i circoli dei sardi nel mondo.