Sant’Orsola pensa in grande e progetta una nuova sede: più ampia, efficiente ed innovativa. Il nuovo stabilimento è stato ribattezzato il “villaggio dei piccoli frutti”: si tratta di un’imponente struttura prevista sempre a Pergine Valsugana (Trento), il Comune dove si trova anche l’attuale sede della cooperativa trentina. La superficie complessiva supera i 124 mila metri quadrati, 12,4 ettari. L’area edificata sarà di poco più di 55 mila metri quadri, mentre 64 mila metri quadrati rimarranno agricoli. La superficie coperta – con tanto di pannelli fotovoltaici – sarà di poco meno di 24 mila metri quadri. Nello stabilimento verrà creata una sala di lavorazione di 4 mila metri quadrati, tre volte più grande di quella attuale, con ampio spazio dedicato alle celle frigorifere a temperatura controllata. Le celle verranno interrate per aumentare la conservabilità dei piccoli frutti negli scaffali dei supermercati. Sarà presente anche una zona di assemblaggio dei diversi berries, tra cui una per le spedizioni e una, molto ampia, per gli imballaggi. L’investimento complessivo è notevole: 27 milioni di euro. L’obiettivo è chiudere l’iter burocratico entro la prima parte del 2017 per poi iniziare i lavori e concludere lo stabilimento entro la fine del 2018 e partire dal gennaio 2019.
“Abbiamo deciso di investire su un nuovo stabilimento per riuscire ad rendere maggiormente efficiente l’aumento di produzione previsto nei prossimi anni e per ottimizzare i processi lavorativi”, afferma il direttore di Sant’Orsola Matteo Bortolini (nella foto a fianco). Attualmente la cooperativa trentina – che conta 909 soci fra Trentino Alto Adige, Veneto (zone del Veronese), Calabria e Sicilia – commercializza 50 mila quintali di piccoli frutti (il 40% rappresentato dalle fragole, il 20% dai lamponi e quasi tutto il restante 40% da mirtilli, more e ribes. L’obiettivo è raddoppiare i volumi e toccare i 100 mila quintali entro il 2020, grazie all’ingresso di nuovi soci e una resa superiore delle produzioni dei consociati storici.
Sant’Orsola si allarga anche per rispondere alla progressiva e continua espansione del mercato dei berries, che non sembra conoscere crisi. “La domanda di piccoli frutti – conferma Bortolini – è in costante crescita, direi a doppia cifra. Sugli scaffali della gdo lo spazio riservato ai piccoli frutti è in aumento così come la visibilità che viene riservata nel reparto ortofrutta”.
La stagione 2016 sta offrendo buoni riscontri alla cooperativa: “Ad oggi la produzione è stata superiore del 14% rispetto al 2015, annata scarsa a causa del caldo estivo, e in linea con il 2014”, dichiara Bortolini nel fare un primo bilancio dell’annata. “Abbiamo avuto qualche problema con la partenza con le ciliegie in primavera, poi in estate, a luglio e agosto, la produzione dei berries è stata lineare grazie anche ad un clima nella norma. Ora è in corso la campagna in Calabria dove si sta raccogliendo il lampone. Andremo avanti fino alla fine dell’anno e gennaio per poi ripartire già a febbraio in Sicilia. L’obiettivo è quello di fornire prodotto 365 giorni all’anno”. Buoni riscontri anche dall’export, che rappresenta il 10% delle vendite, con la Germania che si conferma primo Paese per importanza e volumi venduti. “I mercati esteri sono molto esigenti ma danno soddisfazione. La Germania rimane il nostro mercato estero storico. Ma stiamo testando anche l’ingresso in altri Paesi come Spagna e Francia”.
Dal punto di vista colturale l’obiettivo di Sant’Orsola è ridurre costantemente gli interventi chimici attraverso la filosofia della lotta integrata con strategia di difese naturali: da reti anti insetti nocivi a interventi sempre all’insegna della sostenibilità.
Emanuele Zanini
Nelle foto alcuni rendering del nuovo stabilimento
